Nel panorama videoludico, è indubbio che ormai alcuni generi godano, nel bene e nel male, di una sovrappopolazione di giochi. Tra questi ci sono gli action platformer bidimensionali, come Nocturnal, di cui andremo a parlare oggi, e che ha una certa meccanica con la quale tenta di distinguersi dagli altri suoi simili.
La storia di Nocturnal narra le gesta di Ardeshir, soldato di ritorno all’isola di Nahran a causa di una misteriosa nebbia velenosa che la ha inglobata del tutto. Il suo scopo è ovviamente quello di addentrarsi nelle profondità dell’isola per scoprire il segreto di questa nebbia e debellarla una volta per tutte. Nel nostro viaggio non mancheranno personaggi o note scritte che, col tempo, faranno chiarezza sul mistero. L’arma impugnata da Adeshir è una spada magica imbevuta col potere delle fiamme, guarda caso l’unica cosa in grado di sconfiggere la nebbia e proseguire all’interno dell’isola. Rispetto ai Metroidvania, in Nocturnal non c’è molto backtracking, anzi, probabilmente torneremo sui nostri passi quasi solo in relazione a un Game Over. Questo lo rende molto più simile a un classico action 2d in cui si prosegue in avanti, piuttosto che ad un Metroidvania come in parte il gioco tenta di farci credere.
La spada di Ardeshir ha un potere limitato nel tempo. Quando le fiamme si spegneranno, dovremo riaccenderle su una delle torce che avremo acceso durante il percorso, così da avere il potere di fronteggiare i nemici e la nebbia. Le torce sono bene o male il cuore del gioco, esse non rappresentano solo il modo di poter combattere ma permettono anche di curarsi e sono la chiave per risolvere diversi puzzle. A parte ciò, comunque, Nocturnal rimane principalmente un platformer, e nella sua meccanica di base fallisce a portarci comandi pronti e reattivi risultando in salti a volte un pò ritardati e che risultano frustranti quando serve un certo tempismo.
Graficamente, Nocturnal non si affida alla solita pixel art comune degli indie degli ultimi anni, ma propone invece bellissimi disegni a mano, i quali non faticano a restituire il tema arabeggiante delle ambientazioni, effetti di luce degni di nota, e una nebbia che mette ansia e pesantezza al solo vederla. Anche la musica rimane sul tema arabeggiante, e la coerenza ci piace.
Ci troviamo, senza se e senza ma, davanti al miglior capitolo della serie, almeno dal lato consumer (vedremo tra qualche tempo se si rivelerà tale anche sul fronte competitivo).
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