Nel mondo di Lost in Random: The Eternal Die, ogni lancio di dado non è solo una mossa tattica, ma una scelta che pesa sul destino. Dopo l’acclamato Lost in Random del 2019, questa nuova avventura segna un netto cambio di rotta: il platform narrativo lascia spazio a un roguelike dal tono più cupo, più dinamico, e soprattutto più rischioso. Ma è proprio da questo cambiamento che scaturisce il suo fascino.
Invece di un nuovo eroe, il gioco ci mette nei panni di Aleksandra, l’antagonista del primo capitolo, ora ridotta a un’ombra della regina che fu. Esiliata in un regno deformato dal caos, accompagnata solo da un dado vivente di nome Fortuna, la protagonista intraprende un viaggio che è metà vendetta e metà espiazione. Il gioco non chiede al giocatore di giustificarla, ma lo spinge a conoscerla. E a volte, a comprenderla.

L’idea di mettere al centro una figura controversa, già conosciuta e detestata, è audace. Ma The Eternal Die riesce a costruire empatia con uno sviluppo narrativo frammentato ma coerente, disseminato di ricordi e incontri con vecchie conoscenze che non hanno dimenticato — né perdonato — Aleksandra. Il tono della narrazione non è mai moralista: ci si muove tra i fantasmi del passato senza un chiaro eroe, solo con pezzi da raccogliere per capire chi si era e cosa si vuole diventare.
Il cuore del gioco è il suo sistema di combattimento, che prende il classico loop del roguelike e lo combina con una curiosa meccanica da puzzle game. In ogni run, si ottengono carte speciali, perle di potere e reliquie, tutte da posizionare su una griglia. Non è solo questione di trovare bonus: è una sfida continua di incastri, combo e scelte rischiose. In una mossa azzeccata, ogni elemento può essere potenziato o combinato, premiando chi osserva bene e ragiona sul lungo termine.

Le armi, invece, restano forse il lato più conservativo: solo quattro varianti, con differenze funzionali ma limitate. Si sente la mancanza di un arsenale più vario che spinga a sperimentare strategie diverse. Ma dove manca in quantità, il gioco guadagna in tensione: ogni scontro, soprattutto contro i boss, mette alla prova non solo i riflessi, ma anche la capacità di adattarsi e fare buon uso del poco a disposizione.
Un elemento spesso trascurato nei roguelike è la sensazione di controllo: sapere perché si è morti, come evitarlo e quando rischiare. The Eternal Die riesce (quasi sempre) a bilanciare casualità e logica. Il sistema di mappa semi-lineare permette di scegliere se esplorare o puntare dritto al boss, dando margine alla pianificazione. La varietà degli incontri è buona, ma non infinita: dopo qualche ora, si iniziano a riconoscere certi pattern, e le reliquie cominciano a ripetersi.

Non è un difetto letale, ma rompe un po’ l’illusione del caos infinito che il genere dovrebbe offrire. Un aggiornamento futuro con nuove reliquie o modificatori potrebbe facilmente colmare questo vuoto.
Sul piano estetico, Lost in Random: The Eternal Die abbandona l’aspetto plastilinico del primo episodio per abbracciare uno stile più illustrativo, quasi teatrale. Il risultato è un mondo che sembra uscito da un libro pop-up gotico, pieno di dettagli, colori forti e personaggi che sembrano ritagliati da pagine vive. Ogni mappa ha un’identità ben definita, con nemici e boss che sembrano incarnare la follia del dado che governa il mondo.
Le animazioni sono fluide, il comparto audio sorprendentemente raffinato, e la colonna sonora accompagna con discrezione e intensità ogni momento, dalla calma apparente dei corridoi alle frenesie degli scontri finali. Sui sistemi testati, nessun bug, nessun intoppo: un lavoro tecnico solido.

The Eternal Die non è un gioco che rivoluziona il genere, ma nemmeno uno che si accontenta di seguire le regole. Ha personalità, stile, e il coraggio di raccontare una storia scomoda attraverso una formula che rischia, ma funziona. I limiti nella varietà delle armi e delle reliquie lo trattengono dal raggiungere l’eccellenza, ma non tolgono valore a un’esperienza che, soprattutto per gli amanti del roguelike, vale la pena vivere.
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VALUTAZIONE FINALE - Lost in Random: The Eternal Die
Un roguelike elegante, narrativamente ambizioso, tecnicamente solido. Più che un sequel, è un nuovo inizio sotto il segno dell’incertezza — e del dado.
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