Non servono grandi nomi né budget milionari per creare qualcosa che ti tenga incollato allo schermo. Deep Deep Deep Nightmare è uno di quei titoli che arrivano in sordina, con uno stile visivo colorato e inquietante allo stesso tempo, e un gameplay che si fa spazio tra i più noti del genere twin-stick shooter con personalità e ritmo.
La premessa è tanto semplice quanto surreale: un protagonista (anonimo, ma simpatico per come si muove e reagisce) cade in un incubo grottesco dopo aver esagerato con la cena. Un classico, insomma. Ma è proprio da questo spunto banale che nasce un’avventura frenetica, a metà tra sparatutto e gioco arcade anni ‘90, con uno spirito indie ben chiaro fin dai primi minuti.

Ogni partita ti catapulta in un’arena dove ondate di creature deformi e strampalate cercano di farti la pelle. Hai a disposizione un piccolo arsenale e una schivata che può salvarti nei momenti critici, ma la vera chiave per sopravvivere è rimanere in movimento e adattarsi a quello che ti lancia addosso il gioco: trappole ambientali, debuff improvvisi, arene che si restringono, e tanto altro.
Dietro alla frenesia si nasconde una struttura roguelike piuttosto solida. Le armi si sbloccano man mano che accumuli una valuta interna, e ogni sconfitta non è mai davvero tempo sprecato: c’è sempre qualcosa da migliorare, un incantesimo da provare, un potenziamento da acquistare. Il gioco ti fa sentire costantemente in crescita, anche quando vieni sconfitto all’inizio del secondo livello.

Il sistema di progressione è semplice ma funzionale. Forse anche troppo: l’assenza di migliorie permanenti al personaggio si fa sentire dopo un po’, e la ripetizione di alcuni contenuti può appiattire l’esperienza nelle fasi più avanzate. Aggiungere bonus persistenti alla salute, ai tempi di ricarica o alla quantità di munizioni di base avrebbe potuto dare maggiore profondità alle strategie tra una run e l’altra.
Tra le varie armi che puoi sbloccare, alcune brillano più di altre. Alcuni strumenti sembrano usciti da una scatola dei giocattoli impazzita — mitragliette, lanciacoltelli, magie bizzarre — ma sanno essere letali se usati con criterio. Una menzione speciale va fatta per certe armi che cambiano davvero l’andamento della partita, trasformando una corsa frustrante in un massacro a senso unico. Il bilanciamento non è sempre perfetto, ma il gioco sembra saperlo e ci scherza sopra.

Le meccaniche di gioco si spiegano da sole, e Deep Deep Deep Nightmare non spreca tempo con lunghe introduzioni: ti lancia subito nel delirio. Eppure, questa immediatezza non è un difetto. Al contrario, è uno dei suoi punti di forza. È un titolo che puoi avviare e giocare per 10 minuti… salvo poi ritrovarti ancora lì dopo un’ora, a inseguire “quella run buona”.
L’aspetto visivo è un mix grottesco tra cartoon e psichedelia. Nemici deformi, colori saturi, animazioni volutamente “sporche”: sembra di stare in una versione allucinata di un cartone animato anni ’80. La colonna sonora accompagna l’azione con toni stridenti e ipnotici, mentre gli effetti sonori – seppur ripetitivi – fanno il loro lavoro nel tenere alta la tensione.
Il design delle arene cambia abbastanza da non risultare monotono, ma è l’imprevedibilità degli eventi casuali durante le ondate a tenere viva la sfida. A volte trovi bonus graditi, altre volte vieni tradito da una bomba apparsa sotto i piedi. Non sempre è giusto, ma è coerente con il tono del gioco: un incubo, appunto.

Deep Deep Deep Nightmare non inventa nulla di nuovo, ma prende ispirazione dai migliori del genere e ci costruisce sopra un’esperienza personale, vivace e malata al punto giusto. È un gioco che vive di corse brevi, prove ripetute, miglioramenti graduali e momenti di caos totale.
Manca ancora un po’ di varietà nei contenuti a lungo termine, e alcune meccaniche meriterebbero più rifinitura. Ma il cuore del gioco — l’azione pura, lo sblocco progressivo e l’atmosfera sognante — funziona. Se cerchi un titolo veloce, un po’ assurdo e con la giusta dose di frustrazione da cui non riesci a staccarti… questo incubo è per te.
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VALUTAZIONE FINALE - Deep Deep Deep Nightmare
Un bullet hell accessibile, stiloso e capace di sorprendere anche senza ambire alla perfezione.
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