Brothers: A Tale Of Two Sons Remake – Recensione

Quando nel 2013 uscì Brothers: A Tale Of Two Sons, nonostante la grande e innegabile qualità dell’opera, purtroppo vide affossate le proprie vendite a causa dell’uscita più o meno nello stesso momento di GTA 5 e The Last of Us. Un remake come quello che andiamo ad analizzare oggi è il giusto tributo a questa opera, che merita tanti complimenti e molte attenzioni, ma che si è vista letteralmente rubare i riflettori da titoli che erano sulla bocca di tutti.

Questo remake è stato ricreato da zero utilizzando la tecnologia di Unreal Engine 5 e di Lumen, rendendo il gioco una vera gioia per gli occhi rispetto a un tempo. All’inizio della nostra storia la madre dei due fratelli muore, e loro si mettono in viaggio alla ricerca di una cura per il loro padre malato. Sin dai primi minuti andiamo a scoprire la meccanica di gioco principale, che ci costringe a metterci al comando dei due fratelli contemporaneamente per superare ostacoli e risolvere enigmi.

I due fratelli sono diversi, ognuno con le loro caratteristiche e abilità ma anche con il proprio modo di fare che li porterà ad approcciarsi diversamente con personaggi e animali. Più si proseguirà col gioco, più l’ambientazione diverrà fantasy e allo stesso tempo oscura e cupa, costringendo i nostri ragazzi a macchiarsi di sangue e sopravvivere a notti in compagnia dei lupi.

Controllare entrambi i personaggi contemporaneamente è tutt’altro che semplice, soprattutto considerando che entrambi hanno le loro peculiarità. Se il più giovane ha l’agilità di correre e infilarsi in piccoli anfratti, il più grande potrà spostare pesanti leve o nuotare nei fiumi, ma fare queste cose allo stesso momento potrebbe generarci più di un problema. Abituarsi a questa dualità e riuscire a fare allo stesso tempo più cose diverse è il fascino di questo gioco.