Dungeon Drafters – Recensione

Ormai siamo letteralmente circondati di titoli indie, dei quali molti possono essere categorizzati tra i roguelike e i deckbuilding game. Ogni tanto però, nel mare di giochi, possono spuntare fuori piccole perle inaspettate. In Dungeon Drafters, per esempio, ci ritroviamo catapultati in un dungeon crawler dallo stile apparentemente classico, nel quale però è il mazzo che costruiremo a determinare le abilità che potremo usare. In più, rispetto al solito, a ogni nostra mossa non ne corrisponde una nemica, ma giocatore e avversari giocano a turni di 3 azioni l’uno, che possono essere composta da movimenti e utilizzo di carte a nostro piacimento. Questo concept apparentemente semplice porta a strategie inaspettatamente profonde.

La nostra partita inizia con la scelta di uno tra sei diversi personaggi, ognuno con una classe diversa e un gamestyle molto differente. Se il guerriero ha attacchi principalmente corpo a corpo e può gestire le posizioni sul campo spingendo via i nemici, il mago ha invece potenti incantesimi volti al solo infliggere danni. Il nostro mazzo sarà composto dall’unione di due diversi minimazzi, uno volto all’offensiva, l’altra all’utility e alla difesa. Con queste carte dovremo andare all’esplorazione di 6 diversi dungeon nei quali avremo modo di trovare e sbloccare oltre 300 carte diverse per formare il nostro mazzo ideale.

Sarà presente un hub centrale, una cittadina nella quale fare acquisti, ottenere quest dai png, e ottenere vantaggi di diverso tipo. Da qui potremo poi scegliere quale dungeon sfidare, e l’ordine è totalmente a nostra discrezione.

Graficamente Dungeon Drafters è una piccola gioia per gli occhi: la pixel art è strutturata in maniera colorata e morbida, e ricorda molto alcuni giochi dello SNES che erano considerati capolavori. Anche il comparto audio fa la sua figura, con tracce orecchiabili e, al momento giusto, che gasano come non mai.