Jujutsu Kaisen: Cursed Clash – Recensione

Jujutsu Kaisen è un nome che gli appassionati di manga e anime conoscono ormai molto bene. Si tratta di uno shonen molto classico e modesto, che prende molti elementi da Naruto, ma che ha trovato un discreto successo grazie allo stesso modus operandi di Demon Slayer. Due manga molto carini che non possono certo essere considerati capolavori, che nella loro trasposizione anime hanno ottenuto animazioni e disegni spettacolari avvicinando fan grazie alla realizzazione tecnica.

La storia di Jujutsu Kaisen parla di Itadori Yuji, un semplice ragazzo appassionato di occulto che finisce con il mangiare il dito maledetto di un demone. Entra quindi nel mirino di una organizzazione di esorcisti al quale si unisce per combattere demoni e maledizioni.

Jujutsu Kaisen: Cursed Clash è un picchiaduro uscito per tutte le piattaforme, che cerca di emulare la grandezza di ciò che con gli anni ha costruito la saga di Narutimate Hero ma che fallisce clamorosamente. Prima di tutto, è un titolo che non permette di capire alcunchè a coloro che non hanno letto il manga o visto l’anime: la modalità storia è formata da pigre immagini statiche accompagnate da righe di dialogo doppiate, ma che saltano interi passaggi fondamentali a comprendere la trama e si limitano a effettuare una sorta di rapida presentazione della situazione prima di ogni stage da affrontare.

Andando ad analizzare il gameplay vero e proprio, purtroppo la situazione non migliora. Prendendo a piene mani dalla serie di Naruto Ultimate Ninja Storm, Jujutsu Kaisen: Cursed Clash cerca di replicare tutte le azioni della suddetta saga, in una maniera che su carta dovrebbe funzionare, mentre all’effettivo risulta macchinosa e poco soddisfacente. I normali attacchi non infliggono danni agli avversari, ma servono solo a caricare la barra delle mosse speciali che sono l’unico modo di togliere punti vita.

Le modalità di gioco sono poche, giusto le classiche come la storia, il versus, il free combat, e l’online. I personaggi si assomigliano un po’ tutti tra loro, e questo sarebbe perdonabile in un gioco di Naruto dove ci sono decine e decine di personaggi, ma qui si sfiora solo la quindicina.