Persona 3 Reload – Recensione

Persona 3 Reload è un videogioco di ruolo giapponese del 2024 sviluppato da P-Studio e pubblicato da Atlus. Remake di Persona 3 (2006), quarto capitolo principale della serie Persona, a sua volta spinoff del più ampio franchise Shin Megami Tensei.

Il suo sviluppo è iniziato nel 2019, con un leak risalente all’aprile 2023 ad anticipare l’annuncio del gioco avvenuto nel giugno dello stesso anno. Reload ripercorre fedelmente la storia della versione originale di Persona 3, con vari aggiornamenti grafici e funzionali che portano il gioco in parità con gli episodi successivi della serie.

Trama

Il protagonista si trasferisce a Port Island (un’isola artificiale) per frequentare la Gekkoukan High School. Tre giorni dopo viene attaccato nel dormitorio della scuola da esseri mostruosi, le Ombre, durante una misteriosa 25a ora chiamata “Ora Buia” (un’ora aggiuntiva tra un giorno e l’altro) in cui si risveglia al potere di una Persona. Al seguito del combattimento con le ombre, viene reclutato dalla Specialized Extracurricular Execution Squad (SEES), un gruppo di studenti della sua scuola dediti alla lotta contro le Ombre e all’esplorazione del Tartaro (la Gekkoukan High School trasformata in una torre gigante durante l’Ora Buia). Nelle notti di luna piena, la città viene attaccata da un’Ombra più potente di quelle presenti nel Tartaro che una volta sconfitta libererà il passaggio ai piani più alti della torre (precedentemente bloccati).

Gameplay

Proprio come in Persona 5, assume un ruolo chiave il bilanciamento fra le attività liceali giornaliere e le spedizioni notturne nel Tartaro: Persona 3 è il primo titolo a presentare un calendario giornaliero e un dualismo nell’avanzamento (come studente e come membro del SEES), anche se le relazioni con gli altri personaggi risultano meno approfondite rispetto all’ultimo capitolo della saga. I rapporti sono un po’ più generalizzati e la narrazione non si concentra al cento per cento su ognuno, riducendo al minimo i bonus ricavati dall’aumento di rango. Sono stati aggiunti, però, dialoghi ed eventi inediti che mostrano il forte legame tra i protagonisti, non confinato alle sole fasi di esplorazione, ma anche nella vita quotidiana.

Nella città sono presenti moltissime attività da svolgere durante il giorno che permettono di aumentare le “affinità sociali” (fascino, coraggio e sapere), fondamentali per accedere a dialoghi ed eventi con personaggi altrimenti bloccati.

L’anima del gioco si manifesta solo durante la notte; la tranquillità e la spensieratezza della vita quotidiana fanno spazio ai lugubri eventi dell’ora buia: ogni cittadino si trasforma in una bara e solo i possessori di una Persona rimangono coscienti per affrontare le ombre ed evitare che la città venga rasa al suolo da mostri (invisibili alle persone comuni). L’obiettivo principale è l’esplorazione del Tartaro, una torre gigante costituita da 250 piani che si modificano ogni notte: la struttura di quest’ultima ricorda quella dei “Memento” di Persona 5, caratterizzata da una generazione procedurale dei piani, la cui esplorazione è scoraggiata dall’elevata piattezza del level design (a differenza dei “Palazzi” dell’ultimo capitolo). Al completamento di un numero prestabilito di piani (circa 20) compaiono una serie di nemici a difficoltà crescente. La vittoria è necessaria, ma non sufficiente, e permette di giungere ad un nuovo piano che si sbloccherà solo in seguito al completamento di una “Sfida” che avviene durante la luna piena in cui compare un’ombra più potente delle precedenti (un boss) all’esterno del Tartaro. Questo successo sblocca un’area completamente nuova, sia nell’ambientazione che nella struttura dei dungeons.

I combattimenti seguono la struttura classica dei Persona (combattimento a turni), portando un semplice miglioramento grafico a qualcosa che funzionava già alla perfezione. Come nell’originale Persona 3 vi è la possibilità (o certezza se terminate la battaglia con un assalto) di accedere, al termine di ogni battaglia, alla “mano arcana” nella quale si può scegliere uno fra tre bonus casuali (denaro, esperienza extra o una nuova Persona che sarà possibile utilizzare in battaglia o come sacrificio, etc.). Il modo più rapido per potenziare le Personae è fonderle tra loro nella stanza di velluto, un luogo accessibile da una porta visibile solo al protagonista. Questa meccanica è essenziale, poiché permette di ottenerne di nuove con statistiche più elevate, fondamentali per sfruttare la capacità del protagonista di poter cambiare Persona a piacimento durante lo scontro e facilitare l’avanzamento nella campagna. Il modo più efficace per sconfiggere le ombre è sfruttare le debolezze tra gli elementi (Taglio, Colpo, Perforazione, Fuoco, Ghiaccio, Elettricità, Vento, Sacro e Oscuro) proprio come in ogni JRPG.

Comparto Tecnico

Quest’edizione Reload porta grandi miglioramenti all’originale Persona 3 (uscito nel lontano 2006), pareggiando dal punto di vista grafico Persona 5 Royal. A differenza del capitolo originale, strutturato in visuale isometrica e caratterizzato dall’uso di un cursore (come nelle avventure grafiche), Persona 3 Reload sfrutta la telecamera in terza persona (tranne in zone a camera fissa presenti anche in Persona 5). Lo svecchiamento ha influenzato ogni ambito, non solo grafico ma anche sonoro, con un nuovo cast di doppiatori (doppiaggio in inglese e giapponese, sottotitoli in italiano) che aumenta l’immersività di ogni scena. Il titolo gode anche di un eccelsa ottimizzazione per Pc (versione da noi provata), a patto di non attivare i riflessi/raytracing (che distruggono totalmente le prestazioni senza comportare un miglioramento percepibile nel dettaglio grafico), permettendoci di giocare in 1080p a più di 100fps anche con una scheda video obsoleta come la gtx 1060. L’unico compromesso tecnico è il blocco a 60 fps in alcune zone, come nella stanza di velluto o nei menù, dove il calo del framerate si fa notare nonostante non comprometta l’esperienza di gioco.

VALUTAZIONE FINALE - Persona 3 Reload
10.0

In conclusione Persona 3 Reload è un titolo che chiunque dovrebbe giocare, sia chi non si è mai avvicinato all’originale e ha l’occasione di scoprirlo solo ora, sia per chi aveva già vissuto le emozioni di una storia ben scritta che rimane tutt’ora attuale, anche a distanza di quasi 20 anni. L’edizione Reload rappresenta alla perfezione un’opera di svecchiamento del titolo originale, consentendogli di compiere un salto temporale di 20 anni e offrendoci un remake che ammorbidisce le rughe generate dal tempo, trasformando un capolavoro del genere del 2006 ad un titolo imperdibile del 2024. Un titolo capace (durante le circa 70 ore di gioco della storia principale) di trasmettere ogni tipo di emozione, dalla più gioiosa alla più straziante e che vi segnerà (se non l’ha già fatto) per il resto della vostra vita.

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