Fate/Samurai Remnant – Recensione

Tra gli appassionati di anime e videogiochi, è molto difficile che ci sia qualcuno che non abbia mai sentito parlare di Fate, una saga che ormai va avanti da circa una ventina di anni. Essa ha ricevuto media di tutti i tipi: anime, manga, videogames, persino un gioco gacha per mobile che ha riscontrato un discreto successo. Ma per chi effettivamente non ne fosse al corrente, cos’è Fate? La saga di Fate nasce come videogioco visual novel, in cui, nei panni di Shiro Emiya, ci ritroveremo invischiati in quella che viene chiamata Guerra per il Sacro Graal. In diverse epoche, difatti, nasce questa guerra per il potere tra alcuni esseri umani selezionati, i quali per combattere contro la concorrenza avranno al proprio fianco le evocazioni di grandi eroi del passato, chiamati Servant, solitamente classificati con un certo ruolo. In ogni guerra esisteranno di fatti un Saber (eroe spadaccino), un Lancer, un Archer, un Assassin, un Rider, un Caster, e un Berserker. Ogni eroe del passato o delle leggende, in qualche modo, ricadrà in uno di questi ruoli e verrà evocato per una determinata guerra, o in certi casi in più di una. Durante la visual novel, a seconda delle scelte fatte, la storia cambia per darci una trama diversa (con spiegazioni e risvolti che si uniscono in un puzzle che chiarisce tutto), e 3 diversi finali.

Quando uscì l’anime di Fate, chiamato Fate/Stay Night, esso ripercorreva le vicende della visual novel raccontando una singola scelta di trama. Grazie al successo ricevuto, sono stati creati poi anime della stessa storia ma che narravano le “scelte differenti” della visual novel, così da avere all’effettivo 3 diversi cartoni animati apparentemente con la stessa storia, ma con differenze sostanziali nello svolgimento che permettevano, unite insieme, di avere un quadro completo della situazione. Il successo ricevuto ha permesso alla saga di continuare con il prequel Fate/Zero, e poi successivamente con svariati altri videogiochi e storie. Purtroppo i giochi usciti negli ultimi anni hanno ricevuto un’accoglienza piuttosto tiepida, ed ecco che Type Moon ha assegnato quindi a Koei Tecmo di realizzare Fate/Samurai Remnant, titolo action rpg che ci ha saputo stupire per l’ottima realizzazione e la trama intrigante.

Koei Tecmo questa volta esce dagli schemi dei Musou a cui siamo abituati per sviluppare un rpg action che narra la Guerra Santa nel periodo Edo del Giappone antico. In questa particolare guerra, il protagonista Iori con il suo servant Saber incontreranno qualcosa che differisce rispetto alle altre guerre: esistono infatti ulteriori Servant non legati a un Master ma legati a luoghi, in grado di agire come più desiderano senza seguire gli ordini di nessuno. Iori è il figlio adottivo del famoso Musashi Miyamoto, e nella sua avventura in questa Guerra Santa, scopriremo man mano i misteri legati alla sua partecipazione e all’identità di Saber, mentre saremo testimoni di una bellissima amicizia che si creerà lentamente tra i due.

Nella creazione di questo action RPG, Omega Force ha preso forza dall’esperienza che ha nei Musou e ha generato un sistema di combattimento molto dinamico, divertente, e soddisfacente. E’ possibile combinare gli attacchi in combo devastanti e davvero intriganti da vedere, oltre ad avere un sistema di magie intricato e profondo. Durante la battaglia potremo cambiare stance per utlizzare diversi stili di combattimento, e una volta riempita la barra di Saber potremo farla entrare in campo e combattere nei suoi panni con effetti devastanti.

E’ stato fatto anche un grande lavoro di varietà: le boss battle non sono mai una uguale all’altra e danno veramente il massimo in fatto di strategie da adottare, il che rende il titolo ancora più interessante e appassionante.

In termini grafici, se uniamo le illustrazioni 2d agli ottimi modelli tridimensionali (che negli ultimi giochi non erano stati granchè), Fate/Samurai Remnant merita una promozione grazie alla sua capacità di rendere il tutto visivamente molto coerente con manga e anime. A questo aggiungiamoci una colonna sonora molto solida e un doppiaggio eccellente, e abbiamo tra le mani quello che è probabilmente il miglior gioco della serie uscito fino a oggi.