Tin Hearts – Recensione

Mai sentito parlare di Lemmings. Impossibile. O meglio… ora che siamo nel 2023, purtroppo, temo che sia anzi possibilissimo che molti di voi non lo abbiano nemmeno sentito nominare. Ma sappiate che per noi che abbiamo vissuto l’alba del videogioco, Lemmings è un pezzo importantissimo di storia.

Tin Hearts prende il concept base di Lemmings e lo evolve all’estremo, trasmutandolo all’interno di una stanza piena di giocattoli per bambini. Ma andiamo a spiegare con ordine.

In Tin Hearts, lo scopo del giocatore è quello di “guidare” una serie di soldatini di latta che si muovono da soli e indipendentemente, dritti per dritti, dalla scatola da cui escono fino all’uscita, facendo in modo che arrivino sani e salvi quanti più di essi possibile. Per completare ogni livello di questo puzzle game, c’è una percentuale minima di soldatini sopravvissuti che dovranno varcare l’uscita.

All’inizio del gioco avremo a disposizione solamente alcuni blocchi di legno triangolari da posizionare sul campo, in maniera che i soldatini vadano a sbattere sul lato diagonale e cambino così direzione. Ma con l’avanzare dei livelli, il grado di difficoltà aumenterà esponenzialmente, dandoci attrezzi e risorse per cambiare radicalmente le fattezze dello stage. Cannoni per far crollare cose e creare così ostacoli o passaggi, palloncini con cui far volare i soldatini, addirittura un trenino di legno con tanto di rotaie.

E’ molto interessante il fatto che il fallimento non contempla un Game Over che ci costringe a ricominciare tutto daccapo (come facevano invece i giochi di una volta come Lemmings in maniera crudele e spietata). E’ possibile quindi procedere in maniera più rilassata con un try and error così da sperimentare all’interno dei livelli le più svariate soluzioni per portare i soldatini a destinazione.

In Tin Hearts è presente anche una storia, molto sentita ed emozionante, che aggiunge decisamente uno strato in più alla bellezza di questo gioco, che ha anche una grafica e una colonna sonora di tutto rispetto. Troviamo che i controlli siano un pò macchinosi, ma crediamo che siano perfetti per un’eventuale release con il VR2. Speriamo che la realtà virtuale venga implementata in futuro.