Ricordo quando ero bambino, col Game Boy in mano, che giocavo a un titolo che adoravo. Lo finii più e più volte ed era anche abbastanza tosto. Si chiamava Adventure Island, ed era un platform dove controllavo un ragazzo delle caverne, con tanto di martelli di pietra da lanciare ad arco, che doveva superare i livelli in lotta non solo contro mostri e burroni, ma anche contro il tempo inesorabile che scendeva velocissimo, e l’unico modo per tenerlo a bada e aumentarlo leggermente era riuscire a recuperare la frutta che appariva durante il nostro tragitto. In seguito scoprii che il titolo originale del gioco era Takahashi Meijin no Bōken Jima, cioè l’Isola dell’Avventura di Takahashi Meijin. Meijin è il titolo di “maestro” che viene assegnato solitamente ai campioni di varie attività, e Toshiyuki Takahashi si era autoproclamato tale dopo essere diventato famoso nell’organizzare tutta una serie di tornei televisivi di videogiochi, mentre lavorava per la Hudson. “Interessante”, mi dissi, quindi la Hudson ha creato un gioco con protagonista questa persona reale. Mi chiedevo, comunque, per quale motivo avessero deciso di caratterizzarlo come un cavernicolo e in base a cosa avessero preso certe scelte sul videogioco. “Ma in fondo sono giapponesi”, mi dissi.
Ci misi diversi altri anni per scoprire che, in realtà, Adventure Island era solamente il porting per NES e Game Boy, sviluppato da Hudson, di un altro videogioco che con Takahashi Meijin non c’entrava proprio nulla. Il titolo del gioco originale, inizialmente Arcade e poi anche per console Sega, era Wonder Boy, gioco in cui un ragazzetto preistorico lottava contro i mostri per recuperare la fidanzata rapita. Adventure Island era lo stesso identico gioco, ma con il protagonista rimpiazzato. Un pò la cosa ancora mi fa ridere.
Fatto sta che oggi, a distanza di tanti anni, è possibile giocare nella Wonder Boy Anniversary Collection tutti quanti i giochi di questa famosa saga, e che nel tempo è cambiata completamente, rinnovandosi in generi sempre diversi. Il secondo titolo della serie, per esempio, cioè Wonder Boy in Monster Land, passa da essere un normale platform ad avere forti elementi RPG, con tanto di armi e armature da acquistare dei negozi. Il mettere elementi RPG in un titolo Arcade è stato molto coraggioso, tuttavia la difficoltà di quest’ultimo è talmente alta da essere unfair, persino con il sistema della Collection per portare indietro il tempo. Nonostante questo sistema che permette di imbrogliare totalmente, non sono riuscito a finire il gioco. Assurdo.
Poi abbiamo Wonder Boy in Monster World, primo titolo creato appositamente per Mega Drive. Anche stavolta abbiamo un platform con meccaniche RPG, ma in questo caso graficamente è una delizia, con sprite delizioni e una colorazione che non manca di affascinare, trasportando il giocatore all’interno di questo mondo tutto da esplorare.
Monster World IV, l’ultimo titolo della collezione, è il fiore all’occhiello della compilation. Andando contro a ciò che avevamo visto prima, stavolta la protagonista è una ragazza di nome Asha che si trova in un mondo fantasy piuttosto arabeggiante. Abbiamo già ampiamente parlato di questo titolo nella recensione del suo remake, che potete trovare qui.
La presentazione dei titoli è molto accurata, con un menu che spiega singolarmente le origini di ogni singolo titolo e permette di scegliere, per ogni gioco, ogni piattaforma. E’ possibile salvare e caricare stati in ogni momento, oltre a tornare indietro nel tempo con la sola pressione di un pulsante. Naturalmente è possibile inserire il sempreverde filtro CRT, per gli amanti del purismo.
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VALUTAZIONE FINALE - Wonder Boy Anniversary Collection
Questa è la prima volta che i titoli di Wonder Boy sono riuniti in un solo pacchetto, ed essendo tutti ottimi giochi nonchè parte della storia del videogame, non possiamo far altro che consigliarli. L'unico vero problema della collection è che per chiamarsi tale dovrebbe includere TUTTI i giochi della serie, e purtroppo così non è.
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