Shitstorm è forse la parola più adatta con la quale cominciare questa recensione.
Gotham Knights ha ricevuto (come quasi ogni prodotto negli ultimi tempi in realtà) un
pesante review bombing al lancio che ha messo a nudo le sue già palesi criticità. Il
titolo merita o no questo trattamento? Da consumatori è difficile a questo punto
rispondere a questa domanda e capire dove inizia la realtà e dove si ferma la voglia
di spalare letame sul titolo di un team di sviluppo che nei giorni precedenti al lancio
ha risposto stizzito alle accuse di negligenza tecnica.
Secondo noi Gotham Knights non è per nulla un brutto titolo, ma potremmo
paragonarlo concettualmente all’eseguire un bellissimo spettacolo teatrale stando
per tutto il tempo in mutande (bucate) facendo finta di niente e pensare che il
pubblico non se ne accorga.
Gotham Knights ci lancia in una Gotham esplorata nei fumetti ma mai in videogiochi
o film: una senza Batman. All’inizio dell’avventura assistiamo alla morte del
cavaliere oscuro e facciamo la conoscenza di quattro suoi adepti che dovranno
difendere la città in assenza del suo storico protettore: Dick Grayson (il primo
Robin, ora Nightwing), Jason Todd (secondo Robin, ora Cappuccio Rosso), Tim
Drake (terzo Robin, di cui veste ancora i panni durante questa avventura), e Barbara
Gordon (seconda e attuale Batgirl, figlia del commissario Gordon).
La trama è proprio ciò su cui il titolo punta tutto fornendo per il resto un gameplay
tipico dei giochi supereroistici con tutti i pregi e i difetti che ne conseguono, fornendo
però un’interessante alternanza tra le fasi di gioco rappresentata dalle ronde che
andranno eseguite notte dopo notte.
A farla da padrone è inoltre una grande presenza di trivia e collezionabili che
approfondiscono la storia dei personaggi e la lore del mondo rendendo il titolo
anche, passateci il termine, istruttivo. Oltre questo ad ampliare ancora di più la
longevità di Gotham Knights ci pensa una forte, ma non predominante, nota RPG
con equipaggiamenti e costumi diversi con stats specifiche e abilità da sbloccare
salendo di livello.
La morte di Batman non rappresenta solo il punto d’inizio della storia ma viene
mantenuto come un elemento cardine del racconto.
Possiamo dire che la storia di Gotham Knights si divide in due parti che viaggiano
all’unisono come rette parallele e che si concentrano su due elementi sui quali la
dipartita di Bruce ha avuto effetto: Gotham e la psiche dei personaggi.
Da un lato vediamo infatti l’interessante avvicendarsi degli eventi che nella città
avranno luogo per via dell’assenza di Batman, nei quali sarà protagonista su tutte la
corte dei gufi. Dall’altro lato invece assisteremo allo svisceramento del rapporto dei
protagonisti con il loro mentore.
Per quanto la prima, la trama in senso lato, non ci troviamo davanti a un capolavoro
inarrivabile ma sicuramente a una vicenda molto interessante e che rientra senza
nessuna difficoltà nelle corde alle quali la serie principale di videogiochi sul Cavaliere
Oscuro ci ha abituato.
Il titolo a nostro avviso brilla particolarmente nella seconda narrazione parallela che
abbiamo elencato poc’anzi, dove il racconto del rapporto di Batman con i
protagonisti è realizzato minuziosamente e da una mano che sicuramente conosce
bene l’universo narrativo del pipistrello, facendo riferimento anche a eventi molto
specifici e per nulla scontati. Insomma, una sorpresa anche per i fan più accaniti.
L’esplorazione e la prosecuzione tra le missioni principali e secondarie è scandita da
delle cosi dette “ronde”. Ogni volta che usciremo dall’hub centrale daremo inizio a
una nuova ronda, durante questa potremo girare liberamente per Gotham e
perseguire il completamento di diverse missioni, la raccolta di consumabili o la
semplice esplorazione.
I titoli supereroistici non brillano mai per la profondità o il particolare divertimento che
può scaturire dalle missioni secondarie e quest’ultime si limitano sempre ai soliti 4/5
archetipi che ti ripetono ciclicamente (sventa la rapina, salva gli ostaggi, libera
l’avamposti di criminali ecc…). Gotham Knights non si distacca dalla massa,
offrendo un’esperienza simile e, in quanto tale, similmente noiosa. Le uniche due
peculiarità nelle missioni secondarie rispetto a titoli di altri brand sono le missioni
investigative e gli interrogatori. Nel primo caso troviamo una meccanica molto
debole che si realizzà in fin dei conti in delle brevissime sequenza dove dovremo
con un puntatore analizzare vari punti di una scena del crimine, e mettere in
relazione tra di loro due inidizi per capire dove andare. Nel caso degli interrogatori
invece troviamo una meccanica abbastanza interessante: in ogni gruppo di nemici è
presente un informatore, un elemento più incline a spifferare tutto se messo alle
strette, eseguendo una presa su di lui e premendo un tasto potremo interrogarlo,
niente di attivo, una semplice animazione che però ci darà in premio dei punti che ci
daranno accesso a un maggior numero di missioni secondarie nella ronda
successiva.
Ovviamente la Gotham del titolo è piena di collezionabili da trovare che ci daranno
spesso e volentieri dei trivia molto interessanti sul mondo di Batman.
Come ormai in ogni titolo anche in Gotham Knights troviamo una componente di
crescita dei nostri personaggi che si realizza principalmente in due elementi: gli
equipaggiamenti e le mosse.
Gli equipaggiamenti rappresentano il modo di manipolare le statistiche del
personaggio. Ognuno di essi infatti presenta dei parametri che modificano la forza,
la resistenza e ogni tanto donano anche delle abilità specifiche (come un danno
elementale). Menzione d’onore va inoltre alla grande varietà di costumi che oltre ad
essere molteplici per ogni personaggio, e molto ben realizzati, presentano ognuno
una “skin” alternativa, in molti casi anche più bella dell’originale, e possono inoltre
essere personalizzati nella colorazione. Un’aggiunta molto sfiziosa comune a molti
titoli del genere, ma che fa sempre piacere ai completisti.
L’acquisizione di mosse e abilità passive più predominanti sono da ricercare invece
nello skill tree. Ogni personaggio ne ha tre con diverse abilità che possono essere
sbloccate spendendo punti esperienza.
Riguardo le abilità abbiamo provato sentimenti contrastanti. I quattro personaggi
sono molto diversi tra di loro, giocandoli si percepisce di non star giocando lo stesso
personaggio con una corporatura diversa quindi non si può che elogiare questo
aspetto del gioco, ma francamente ci saremmo aspettati di più. Nulla di tragico, ma
non aspettatevi differenze spiazzianti tra le capacità dei protagonisti, quanto più delle
minuzie che fanno il compitino.
Ci siamo tenuti le note dolenti per ultimo. Passiamo quindi al lato tecnico del titolo e
al sistema di combattimento.
Partendo dal secondo elemento citato: Gotham Knights non fa utilizzo del FreeFlow,
e questo deve essere chiaro. Il combat system del titolo sembra riprendere quello
visto nella serie Arkham ma è un’impressione che si può avere solo vedendolo
giocato, pad alla mano non si hanno dubbi. L’elemento indispensabile per capire la
differenza è uno: i colpi nemici. Questi non hanno la stessa valenza che hanno nel
FreeFlow, dove sono elemento centrale. Il Batman di Arkham si muove intorno ad
essi, il giocatore riceve una notifica visiva e tattile quando ne sta per ricevere uno e
può schivare o attaccare, in Gotham Knights questo non accade. In quest’ultimo il
giocatore si trova spesso a premere velocemente lo stesso tasto per insaccare una
combo da più colpi possibili (senza un counter di colpi che la elevi a elemento di
soddisfazione) e far fuori i nemici, schivando quando si sente in pericolo con un roll
completamente indipendente dagli attacchi nemici.
Bisogna essere chiari però il problema del combat system di Gotham Knights non è
il suo non essere il FreeFlow, ma il suo volerlo a tutti i costi emulare, risultando però
una copia molto mal uscita che riesce solo, anche qui, a fare il compitino.
Gotham Knights non è un gioco ben realizzato, senza ombra di dubbio. Non ci
troviamo di fronte a un disastro come è stato definito nei primi giorni di vita (complice
anche la recente patch che lo rende a suo molto stabile su console) ma di un titolo
prodotto con molta poca cura per alcuni dettagli. L’impressione che si ha giocandoci
è che ogni singolo aspetto dell’esperienza abbia uno o più microproblemi, che ti
costringono a mettere in atto sistemi di autodifesa e adattamento per evitare alcune
situazioni o bypassare alcune dimenticanze del team di sviluppo. Dal movimento del
personaggio, alla navigazione nei menu, giocando a Gotham Knights vi ritroverete
molto spesso “infastiditi”.
Un grande dramma, giustamente, che ha colpito il titolo è stato il suo essere su
console lockato a 30 fps riportandoci così indietro alla scorsa generazione in un
secondo nonostante il titolo fosse esclusiva per la nuova. La colpa di questa scelta è
stata data alla modalità cooperativa.
La co-op di Gotham Knights non si porta dietro solo fardelli ma è anche un grande
elemento del gioco, portando online tutta la sua avventura e consentendoci di
giocarla con un amico, una vera killer feature che in quanto tale da sola potrebbe
valere l’acquisto.
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VALUTAZIONE FINALE - Gotham Knights
Come dopo aver mangiato una cena quello che ci rimane impresso è sempre il dessert, l’ultima portata, e in questa recensione l’ultimo paragrafo non è stato molto elogiante nei confronti di Gotham Knights. Abbiamo voluto strutturare così questo articolo perchè nonostante il gioco ci sia piaciuto sotto diversi aspetti e meriti a nostro avviso un buon voto vogliamo che siano chiari i suoi enormi difetti con i quali bisogna fare pace per godersi un’avventura nonostante tutto divertente e appassionante.
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