Nel corso del nostro tempo su questo sito, abbiamo spesso e volentieri recensito giochi shoot’em up. E’ accaduto con tutti i giochi della serie Cotton, per esempio, o con Turrican Flashback. Stavolta però vi parliamo di Remote Life, un titolo sviluppato interamente da una singola persona, oltretutto italiana.
Remote Life ci mette alla guida di una navicella spaziale con lo scopo di uccidere un’orda di terrificanti mostri gargantueschi. Il pilota John Leone è ai comandi, ed è pronto all’azione.
Sin dai primi minuti prenderemo familiarità con i comandi, che sono gestiti da un sistema di Twin Stick per sparare e mirare. Questo è davvero comodo, considerando che i nemici hanno la brutta abitudine di apparire da tutte le parti e da qualsiasi angolazione. La nostra nave ha a disposizioni tre slot di armi principali, nominate semplicemente A, B, e C, che potremo cambiare usando il pulsante dorsale in qualsiasi momento vogliamo, con l’aggiunta di uno slot D “di supporto” dedicato ad armi come bombe e mine.
Non ci sono punteggi (diversamente dagli altri esponenti di questo genere), quindi non ci sono ragioni di rigiocabilità per migliorare le proprie prestazioni. L’unico scopo dell’utente è quello di riuscire a superare i 16 difficilissimi livelli del gioco impaccati di mostri e aberrazioni, e possiamo assicurarvi che non è un’impresa facile. Fortunatamente sono presenti una grandissima quantità di armi e power up diversi, che grazie ai 3 slot di armi intercambiabili ci permetteranno di sperimentare approcci diversi ad ogni tipo di situazione.
La grafica è molto realistica e dettagliata, tuttavia questo porta al titolo alcune problematiche. In certe situazioni, soprattutto quelle in cui ci troviamo in ambienti molto scuri, è piuttosto complicato riuscire a distinguere l’ambiente “letale” da quello che si trova in background, con il risultato che moriremo molto più spesso per colpa del terreno piuttosto che dei mostri. Se a questo aggiungiamo che i proiettili nemici possono oltrepassare i muri ma i nostri no, si genereranno facilmente situazioni a dir poco frustranti.
Remote Life non è esente da difetti anche di altra natura: i menu per esempio presentano uno scomodissimo puntatore da muovere con il pad, che lascia intendere che si tratti di un porting da PC piuttosto pigro, e l’hitbox della nostra nave è un po’ strano da comprendere. Non saranno rare le situazioni in cui penseremo di aver schivato dei proiettili che invece ci colpiranno in pieno.
Nonostante i difetti, in parte comprensibili considerando che lo sviluppatore è una singola persona, Remote Life presenta una grafica realistica in alta definizione con tanti mostri diversi e originali, e una enorme quantità di armi dinamiche e con cui sperimentare e divertirsi. Siamo certi che la difficile impresa di arrivare ai titoli di coda spronerà in molti a non mollare il pad per lungo tempo.
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VALUTAZIONE FINALE - Remote Life
Remote Life presenta una grafica realistica in alta definizione con tanti mostri diversi e originali, e una enorme quantità di armi dinamiche e con cui sperimentare e divertirsi. Siamo certi che la difficile impresa di arrivare ai titoli di coda spronerà in molti a non mollare il pad per lungo tempo.
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