Quantum Odyssey – Recensione

Come si comporterebbero le porte logiche in un contesto di meccanica quantistica? I vari puzzle di Quantum Odyssey danno una possibile risposta alla domanda con tanta inventiva e meccaniche circa semplici.

La storia del gioco è molto basilare e serve solo a introdurci i vari concetti necessari per andare avanti nelle centinaia di livelli a disposizione. Partendo da input con 1 bit e le operazioni basilari di negazione poco alla volta sbloccheremo gate sempre più complessi che ci permetteranno di passare dalle classiche operazioni binarie a operazioni quantiche. Non solo 0 e 1 ma valori che possono andare da -1 a 1, da -i a i.

Con una grafica minimale e un menù molto semplice il gioco risulta intuitivo, l’unica difficoltà data dai calcoli da compiere per ottenere con i vari gate a disposizione l’output richiesto dal livello partendo dall’input fornito.

I gate diventeranno man mano sempre più complessi, rendendo possibile la creazione di puzzle sempre più districati e variegati sia a livello di meccaniche che per numero di bit e possibili gate da piazzare.

Il gioco permette anche di creare livelli e soprattutto gate personalizzati, rendendo la rigiocabilità teoricamente infinita a discrezione degli utenti.

I comandi per quanto basilari non sono immediati e ricordarsi cosa fanno i vari gate può essere difficoltoso inizialmente ma col passare del tempo la problematica va a scemare e l’utilizzo della schermata riassuntiva per i vari valori torna molto comoda.

Così come la grafica e i menù anche la musica è minimale e fa da contorno al gameplay senza avere spicchi particolari ma facendosi ascoltare piacevolmente.