SCHiM – MiniRecensione

La trama di SCHiM ruota attorno a un’ombra smarrita che tenta di ritrovare il suo umano. Ci ritroveremo a giocare come una piccola apparizione che si muove da un’ombra all’altra, in cerca della persona a cui appartiene. Il gioco non è parlato, ma l’intro di ogni livello è sufficiente a far capire cosa dovremo fare, tuttavia è lo stile semplice e il gameplay che rendono SCHiM un gioco da non perdere.

Anche se può definirsi platform, SCHiM è più un puzzle game, con ogni area che richiede al giocatore di trovare il percorso giusto e di utilizzare gli elementi circostanti per progredire. Ogni livello consiste principalmente nel saltare da un’ombra all’altra fino a raggiungere l’obiettivo e avanzare nell’area successiva, ma a causa di ciò esiste il rischio che il gioco diventi ripetitivo dopo aver completato diversi livelli.

Oltre a un gameplay solido, il fascino di SCHiM è dato anche dalla presentazione minimalista, con una palette di colori variabile che enfatizza sia l’ambientazione di ogni area sia le ombre che fungono da piattaforme. È possibile scegliere tra diverse tonalità nel menu delle opzioni per ogni area. Ogni livello presenta uno o più oggetti o esseri viventi che dovremo raggiungere per avanzare, e questi sono evidenziati per segnalarne l’importanza.

Una cosa interessante è che lo Schim può “attivare” l’oggetto all’interno del quale sta risiedendo, un pò come accade in Ghost Trick. Per esempio, se non siamo abbastanza vicini all’ombra successiva, possiamo abbassare il passaggio a livello in cui ci troviamo per modificare la sua ombra e avvicinarci di più al bersaglio. Ogni livello ha collezionabili da trovare e raccogliere, sotto forma di oggetti di uso quotidiano come ombrelli o pneumatici.

Anche se i livelli variano in lunghezza, la maggior parte di essi ha checkpoint che rendono la vita più facile. Inoltre, il gioco crea continuamente nuovi checkpoint, quindi sbagliare risulterà di tornare indietro solo di qualche salto. Dopo aver finito il gioco è possibile disabilitare i checkpoint e il doppio salto per provare una difficoltà più elevata.