Wo Long: Fallen Dynasty è un souls-like uscito ormai già da un pò, ma dato che non vi avevamo mai detto la nostra opinione al riguardo, approfittiamo dell’uscita del primo DLC per proporvi la recensione di questo titolo sviluppato dal Team Ninja, in attesa dell’uscita di Lies of P.
Partiamo col dire che il titolo si dimostra essere subito molto più dinamico e interessante dei soliti Souls-like a cui siamo abituati, molto incentrato sulle parate al momento giusto e con un grado di sfida decisamente più approcciabile. Tuttavia, non appena giunti al primo boss, si erge di fronte a noi un muro quasi insormontabile che ha fatto molto parlare di sè in rete. Il primissimo boss di Wo Long: Fallen Dynasty, infatti, è un nemico in due fasi particolarmente arduo da sconfiggere, e sembra che la maggior parte dei giocatori si sia arresa proprio a quel punto, facendo partire su internet una lamentela piuttosto accesa. Quando ho affrontato questo ostacolo sono stato contento ed emozionato. “Questo è un test degli sviluppatori per metterci alla prova”, mi dicevo: un boss per vedere se avevamo capito le meccaniche di gioco e prepararci alle sfide a venire. Purtroppo mi sbagliavo di grosso.
Il fatto che il primo boss sia così difficile crea un’aspettativa che poi non viene ripagata, dato che Wo Long: Fallen Dynasty è uno dei souls-like più semplici che abbiamo mai provato. Tutti i boss successivi al primo sono morti senza problemi al primo tentativo, in battaglie che sono durate un minuto o poco più. Sinceramente, è stata una cosa alquanto deludente.
L’intero gameplay di Wo Long: Fallen Dynasty, nonostante sia possibile effettuare normali parate o schivate come tutti i giochi di questo tipo, si fonda sul diventare padroni delle parate all’ultimo momento. Ogni colpo nemico arriverà da destra, sinistra, o dal centro: la nostra unica vera sfida sarà riuscire a capire da dove proviene ogni colpo e avere il tempismo giusto per eseguire una parata perfetta. Una volta imparato a parare gli attacchi, siamo a posto per l’intero gioco, che diventa quindi via via sempre più semplice, piuttosto che il contrario.
Piuttosto che usare il sistema della stamina come i suoi fratelli, Wo Long: Fallen Dynasty usa una nuova meccanica chiamata Spirito. A seconda delle nostre azioni il nostro Spirito si alzerà o si abbasserà, dandoci bonus di caratteristiche o, al contrario, rischiando di paralizzarci ai colpi nemici. Anche alcuni avversari avranno il loro Spirito, e quindi il tutto diventa quasi una battaglia a tenere alto il proprio e abbassare quello nemico così da facilitare gli stun.
Rispetto a Dark Souls e similia, Wo Long: Fallen Dynasty dà molta mobilità al proprio personaggio, permettendogli di avere addirittura un doppio salto e arrampicarsi verticalmente su palazzi e grattacieli, permettendo attacchi a sorpresa dall’alto. Il level design è veramente ben fatto, e lascia l’impressione che ci sia una vera e propria suddivisione in stage, piuttosto che un’unica gigantesca area da esplorare.
Il setting è davvero affascinante: riprende la storia cinese della guerra dei 3 regni e la rielabora in chiave fantasy, inserendo nemici e situazioni molto stimolanti. Anche armi e armature sono ovviamente a tema, ognuna di esse sarà caratterizzata da una certa rarità, e più un equipaggiamento è raro più sarà potente e provvederà anche a utili effetti passivi.
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VALUTAZIONE FINALE - Wo Long: Fallen Dynasty
Wo Long: Fallen Dynasty è un souls-like diverso dal solito. Ha un setting davvero bello e un sistema di combattimento che premia il tempismo e i riflessi, in più il level design è accattivante e permette movimenti veloci per azioni mozzafiato. Il vero punto a sfavore della produzione è il fatto che il primo boss incontrato dopo pochi minuti è sbilanciato e terribilmente difficile, mentre tutto il resto del gioco è di una facilità disarmante.
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