Dyschronia: Chronos Alternate Episode 1 – Recensione VR2

Ed eccoci nuovamente a una delle nostre recensioni dedicate al PSVR2, il nuovissimo visore di realtà virtuale di Playstation 5.

Questa volta vi parliamo di Dyschronia: Chronos Alternate, un gioco che uscirà in ben 3 capitoli sparsi per la durata del 2023. Iniziamo subito con il dirvi che il mondo di Dyschronia: Chronos Alternate è stato iniziato a costruire già da tempo, con l’uscita della visual novel Tokyo Chronos e in seguito con Altdeus: Beyond Chronos. I ragazzi di MyDearest hanno quindi iniziato a costruire un vero e proprio universo, un’ambientazione che si espande e che verrà usata per tutti e 3 i capitoli di Dyschronia: Chronos Alternate, e forse anche per diversi giochi futuri, chissà.

Il capitolo 1 di Dyschronia: Chronos Alternate promette già bene e offre molte aspettative. Ci troviamo ad Astrum Close, una città marittima artificiale in cui, grazie ad un sistema che permette ai supervisori della legge di controllare gli stati d’animo dei cittadini tramite i sogni, l’illegalità è ridotta praticamente a zero. O almeno questo è ciò che si credeva, dato che il Professor Rumford, creatore della città, viene assassinato.

Quando prenderemo il controllo, verremo messi nei panni di Hal Scion, un supervisore speciale della città, dispiegato in coppia con Lily, la robot navigatrice. Hal è stato paziente in un esperimento misterioso 3 anni addietro, che gli hanno fatto perdere tutta la memoria.

Sebbene i due vecchi giochi ambientati in questo universo fossero praticamente delle visual novel, dove il nostro unico potere era fare scelte nei dialoghi che portassero a diversi risvolti della storia e finali, in Dyschronia: Chronos Alternate – Episode 1 saremo invece padroni di ogni nostro movimento, che sia esplorazione o anche semplicemente agguantare un qualsiasi oggetto della scena e interagire con esso. L’immersività è ottima, anche se lo stile grafico anime non può evitare di rompere in parte l’immersività se contrapposto a un gioco in realtà virtuale realistico.

Hal possiede quello che definisco “l’imbroglio finale” di qualsiasi gioco investigativo: il potere di osservare i ricordi delle persone semplicemente scannerizzando degli oggetti chiave, per poter vedere ciò che è accaduto in passato. Questo non ci aiuta solo a procedere per risolvere il caso, ma ci darà anche, man mano, indizi su ciò che è accaduto ad Hal 3 anni prima. Durante l’esplorazione dei ricordi, Hal sarà addirittura in grado di manomettere in minima parte alcuni eventi del passato, così che possa scoprire nuovi indizi. Naturalmente non è in grado di cambiare la storia, ma semplicemente di vedere un “what if” di un ricordo.

Una volta finito di investigare potremo procedere in tribunale, dove avverrà una ricostruzione dell’accaduto e dovremo presentare le prove giuste, al momento giusto, per ogni situazione della storia che verrà mostrata.

Dyschronia: Chronos Alternate – Episode 1 fa un ottimo lavoro nel costruire l’ambientazione e il mistero e nell’immergerci in esso. Ci siamo trovati quasi subito davvero interessati a proseguire e a scoprire la verità, cosa che purtroppo è risultata impossibile a causa della struttura episodica del gioco. Tuttavia, per essere un gioco a episodi e soprattutto in realtà virtuale, le 6 ore necessarie a raggiungere i titoli di coda non sono affatto male, e il titolo riesce con successo a porci interrogativi per i successivi episodi di cui non vediamo l’ora di ottenere risposte.

Per evitare la motion sickness, Dyschronia: Chronos Alternate – Episode 1 permette all’utente se scegliere il movimento libero o l’ormai spessissimo utilizzato movimento a teletrasporto. Scelta decisamente assennata, dato che non tutti gli stomaci reggono facilmente il movimento libero nella realtà virtuale. E’ possibile anche scegliere tra il doppiaggio giapponese e quello inglese, con sottotitoli che possono seguire i movimenti della nostra testa o restare invece fissi in un punto.