Queste sono le introduzioni alle recensioni che mi fanno sentire vecchio. Cadeva l’anno 1998. Il sottoscritto, quattordicenne, andava a casa del suo migliore amico per giocare con lui con la Playstation, come quasi ogni giorno. Ma QUEL giorno, l’amico aveva qualcosa di nuovo in pentola. “Guarda questo gioco, si chiama Tenchu”, disse. Fui subito rapito da quel gameplay così splendidamente stealth, da quei personaggi e da quell’ambientazione. Tenchu fu al centro dell’attenzione di noi ragazzi per molto tempo a venire.
Da allora si sono susseguite diverse produzioni su quella riga, ma ce ne sono alcune che non sono mai uscite fuori dal Giappone. A questa categoria appartiene Kamiwaza, titolo Playstation 2 uscito ben 16 anni fa, e che solo oggi arriva in Occidente col sottotitolo Way of the Thief, in una manovra che, seppur molto romantica, non possiamo evitare di definire molto azzardata.
Il protagonista della storia è Ebizo, un giovane ladruncolo che, nel tutorial, ci viene mostrato come un ragazzo talentuoso nel passare inosservato e pieno di ambizioni. Entrare in casa altrui, prendere cose di valore, e persino sgraffignare oggetti dalle tasche della gente è un’arte che gli viene insegnata dal suo maestro, ma durante il suo primo furto osserva l’assassinio di una intera famiglia in cui solo la neonata viene risparmiata. Abbandona quindi la sua vita criminale e adotta la bambina, diventando una persona rispettabile. 10 anni dopo, però, una malattia colpisce la piccola Suzuna, mettendola in pericolo di vita. Non avendo il denaro per le cure mediche, Ebizo è costretto a riprendere il suo vecchio “lavoro” per accumulare quanto necessario a salvarle la vita.
Purtroppo, anche se i personaggi e la storia convincono sia ora quanto 16 anni fa, lo stesso non si può dire di grafica e gameplay. Nonostante un lieve lavoro di pulizia, i personaggi sono cubettosi e e i movimenti sono ormai quasi ridicoli. Giocare a un titolo appena uscito e vedere classiche animazioni da fine Playstation 1 fa una certa tenerezza ma allo stesso tempo lascia un senso di disorientamento, come a dirsi “ma a cosa sto giocando?”.
Allo stesso tempo il gameplay è ormai vecchio, e probabilmente sarebbe risultato poco interessante anche giocato 16 anni fa. L’AI dei personaggi è terribilmente stupida, con guardie che se ne stanno in piedi a guardare i muri senza motivo, o situazioni in cui verremo inseguiti da 10 persone insieme che dopo qualche secondo si dimenticheranno della nostra presenza tornando ai loro posti. Dovremo girare per i livelli per ottenere un oggetto chiave mentre avremo modo di racimolare tanti altri oggetti per punteggio, ma il level design è terribilmente piatto, forse in certe occasioni azzarderemmo dire infantile. Gli sviluppatori hanno tentato di dare un certo pepe alle sessioni di gameplay in cui potremo poggiare a terra il nostro zaino e calciarlo per far cadere oggetti posti in alto o colpire alcune guardie per distrarle, tuttavia anche queste sezioni sono mal concepite e rischiano più che altro di stressare il giocatore a causa di telecamere mal gestite.
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VALUTAZIONE FINALE - Kamiwaza: Way of the Thief
Kamiwaza: Way of the Thief è un titolo con giganteschi problemi. Uscito solo ora in occidente a distanza di 16 anni dalla release originale, si porta dietro difetti che erano inaccettabili perfino a quel tempo. Non possiamo che consigliarlo solo ai grandi appassionati di Stealth-action o ai fan di Tenchu.
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