Se tra i fan di jrpg i titoli di maggior successo sono Final Fantasy, Dragon Quest, e ora (fortunatamente) ci sono anche Shin Megami Tensei e Persona, bisogna considerare che esistono saghe altrettanto belle, longeve e importanti, ma poco pubblicizzate e sconosciute a chi non è un appassionato viscerale.
Prendiamo ad esempio la saga di Trails of Cold Steel. Serie di quattro giochi usciti sia per PC che per console di scorsa generazione, questa quadrilogia ha ottenuto un solido gruppo di sostenitori. Tuttavia, anche tra essi sono pochi quelli che conoscono cosa si cela dietro la serie The Legend of Heroes, ben più antica di quanto si immagini.
Le origini di The Legend of Heroes risalgono sin al 1989, quando uscì Dragon Slayer: The Legend of Heroes. Uscito in occidente solo per Turbografx-CD, questo jrpg ebbe un gran successo in Giappone, tanto da ottenere svariati seguiti. Dopo Dragon Slayer 2, uscì un’intera trilogia conosciuta come trilogia di Gagharv. Fino a quel momento i titoli continuarono a restare principalmente in sol levante. Le cose cambiarono successivamente, con l’uscita di The Legend of Heroes: Trails in the Sky, appartenente a una trilogia disponibile da noi anche su Steam. Questi 3 giochi segnarono l’ascesa della serie Trails nell’immaginario dei fan più accaniti, al punto che, al giorno d’oggi, come abbiamo detto abbiamo a disposizione anche la quadrilogia di Trails of Cold Steel. In pochi sanno però, che tra la trilogia di Trails in the Sky e la quadrilogia di Trails of Cold Steel, uscì in Giappone una coppia di giochi che univa le due saghe: Trails from Zero e Trails to Azure. Questi due giochi sono fondamentali, poichè il quinto e ultimo capitolo di Cold Steel, che deve ancora uscire da noi, pone una conclusione agli eventi di entrambe le miniserie insieme.
Dopo ben 12 anni dalla sua uscita originale, ecco arrivare a noi Trails of Zero, in attesa della release di Trails to Azure promessa per il 2023.
In The Legend of Heroes: Trails from Zero, seguiremo le avventure di Lloyd, che dopo anni di servizio in polizia torna alla sua città natale di Crossbell. Con lui conosceremo Elie, la nipote del sindaco, Randy, un casanova culturista, e Tio, misteriosa soldatessa quattordicenne con strani poteri. Storia a parte, per evitare spoiler, Crossbell è realizzata molto bene: una città gigantesca tutta da esplorare con un’infinità di ministorie al suo interno che contribuiscono a formare un World-building praticamente perfetto.
Consideriamo che gli eventi che hanno luogo a Crossbell sono completamente separati da quelli di Trails of Cold Steel, quindi Trail of Zero può tranquillamente essere giocato da perfetti novizi della serie (anche se si rischiano di perdere alcune citazioni dei giochi precedenti, comunque recuperabili su Steam).
Come gli altri titoli della serie, The Legend of Heroes: Trails from Zero è un jrpg a turni, in cui però è possibile muovere i personaggi attraverso una griglia piuttosto che vederli stantii in attesa in un unico punto. Questo lo rende anche piuttosto simile ai cugini rpg Tactics, in cui il posizionamento è essenziale anche per evitare alcuni attacchi ad area o, al contrario, per massimizzare i danni contro gruppi di nemici. I personaggi hanno tre modi di approcciarsi al combattimento: attacchi semplici, Combat arts (le classiche skill e magie che richiedono punti magia) e infine i Crafts, potentissime mosse che possono essere sferrate solo usando punti ottenuti colpendo nemici e venendo colpiti a nostra volta da essi. La meccanica delle Craft sarà ben familiare ai giocatori di Trails of Cold Steel, ma è da qui che ha la sua origine.
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VALUTAZIONE FINALE - The Legend of Heroes: Trails from Zero
The Legend of Heroes: Trails from Zero ci ha messo ben 12 anni per arrivare a noi, e seppur non si tratta di un high budget title, almeno ci è giunto con diversi aiuti per migliorare la qualità della vita, come auto-save e velocizzazione di esplorazioni e battaglie. Senza grinding necessario, il gioco vi porterà via sulle 75 ore, in attesa dell'arrivo del sequel l'anno prossimo.
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