Back 4 Blood è Left 4 Dead? Questa è la prima delle domande che la community dei videogiocatori si sarà fatta almeno una volta! Beh vi diciamo, fin dall’inizio che non è proprio cosi.
Innanzitutto cos’è Back 4 Blood?
Back 4 Blood è uno sparatutto in prima persona sviluppato da Turtle Rock Studios e pubblicato da Warner Bros Interactive Entertainment. Gli ex sviluppatori di Left 4 Dead sono tornati con una nuova avventura zombie, caratterizzata da un incremento della difficoltà e nuove meccaniche di gioco che rendono il gameplay più vivace rispetto al loro titolo del passato. Ma andiamo con ordine!
Com’è la Grafica?
Sebbene il titolo sia meglio ottimizzato su Ps5 e Series S/X per il 2160p, su Ps4 e Xbox One è sviluppato per girare almeno a 60 FPS in 1080p. Il gioco infatti non nasconde la sua natura cross-gen preferendo la fluidità alla qualità grafica, ma consentendo di non essere troppo esoso in termini di calcolo richiesto.
Dal punto di vista artistico, il gioco è caratterizzato da paesaggi freddi, privi di colori vivaci che si accompagnano a nature morte e paesaggi urbani caotici che, a loro volta contribuiscono a restituire la sensazione di vivere in un’apocalisse vera e propria.
Com’è il Gameplay?
I nostri eroi, o come vengono chiamati nel gioco, Sterminatori, devono liberare zone e compiere missioni per permettere la sopravvivenza dell’umanità. Essi dovranno farsi strada a suon di piombo tra i non morti che cercheranno in tutti i modi di eliminarli.
I livelli cominciano in una zona sicura, per poi proseguire in zone pericolose e tornare infine in un’altra zona sicura, dove avremo la possibilità di rifugiarci. Seppur il gioco abbia le basi del titolo di Valve, si distingue da esso per la varietà delle missioni contenute negli atti della campagna. Durante le missioni infatti, dovremo compiere diverse altre attività secondarie per garantirci la sopravvivenza: barricare finestre, caricare esplosivi, raccogliere informazioni, barricarsi a suon di filo spinato e piazzare torrette per le ondate temporali.
Il tutto condito da uno shotting che ricorda quello di un Call Of Duty ma senza azioni dinamiche come la classica scivolata.
Se Left 4 Dead era un continuo sparare per raggiungere la fine, Back 4 Blood invece cerca di proporre maggiori contenuti. Durante le missioni, non dovremmo solo sparare agli infetti, ma dovremo anche svolgere altre attività. Attività come cercare un determinato oggetto per progredire o per sbloccare porte nascoste. Il tutto aumentando però il rischio: se prolungheremo infatti la ricerca degli oggetti, altre orde di non morti arriveranno ad attaccarci. Troveremo anche diverse trappole a rallentarci: oltre alle classiche auto con allarmi, nella campagna di Back 4 Blood troveremo anche porte con allarmi e stormi di uccelli che se fatti scattare o infastiditi allerteranno l’orda.
I mostri come sono?
Gli infetti speciali, seppur alcuni somiglino a quelli del titolo di Valve, mostrano alcune differenze sostanziali. I mostri in Back 4 Blood sono suddivisi in tre macro-famiglie: Le Acuminate, I Maleolenti e i Colossi. Le Acuminate sono creature piccole, molto agili che possono infastidire i giocatori rallentandoli o colpendoli dalla distanza.
I Maleolenti, invece, sono creature grosse che possono attaccare i giocatori con getti di vomito ed esplodere una volta sconfitti. Se le esplosioni di vomito colpisce uno degli sterminatori le orde nelle vicinanze verranno allertate.
Ed infine abbiamo i Colossi, creature lente ma che nella distanza ravvicinata possono danneggiare gravemente gli sterminatori. Gli infetti speciali come la Sputa-Bile, il Frantumatore e il Distruttore sono semplicemente la rivisitazione della Spitter, dello Smoker e del Tank di Left 4 Dead.
Le armi del gioco, si possono personalizzare con una moltitudine di mirini, silenziatori, freni di bocca, compensatori, mimetiche che possono essere acquistate o nel campo dei sopravvissuti ad inizio gioco, nelle casse per gli acquisti nelle zone sicure o in quelle trovate in giro per le mappe di gioco. I personaggi, inoltre, possono essere personalizzati con skin e abilità che possono essere acquisite con le “carte”, che a breve ne parleremo.
Cosa sono le “carte”?
La peculiarità di Back 4 Blood sono proprio le “carte”, ovvero delle abilità equipaggiabili che si sbloccano durante il gioco. Il giocatore ha la possibilità di creare il proprio mazzo con le proprie carte ed equipaggiarle al suo personaggio all’inizio del matchmaking o semplicemente scegliere un mazzo predefinito in base al ruolo scelto nel party. Le carte, inoltre si differenziano per categoria ed effetti. Oltre alle classiche carte, che donano effetti con la capacità di fare la differenza in gioco, ci sono anche carte comuni che vanno ad incrementare alcune statistiche del personaggio come la salute, la stamina e la quantità di colpi a disposizione.
Le carte si ottengono con i punti rifornimento che a loro volta si ottengono compiendo le sfide assegnate durante il gioco.
Se da un parte però, le carte possono essere un aiuto, dall’altra parte possono essere usate contro di noi. E’ infatti presente un’entità chiamata game master, ovvero un’intelligenza artificiale che dispone di un proprio mazzo composto da malus.
La rigiocabilità del titolo infatti, trae beneficio da questa variabile, che renderà ogni altra ipotetica partita diversa, dove potremo incontrare mostri più forti, nebbie o veleni che proveranno a rendere la nostra partita più difficile della volta precedente.
Ma oltre alla campagna?
Il gioco oltre la campagna dispone anche della modalità Sciame e di una modalità libera. La prima fa da menù e da la possibilità, non solo di gironzolare per l’accampamento al giocatore, ma anche personalizzare abilità e testare armi al poligono di tiro.
La modalità Sciame invece è una modalità multiplayer 4 vs 4. Gli sterminatori entro un certo lasso di tempo dovranno organizzarsi e sopravvivere contro altri 4 giocatori che giocheranno nei panni degli infetti speciali. Il tutto in un’alternanza di ruoli alla fine di ogni round, dove le squadre si scambieranno di posto. Ogni squadra ha a disposizione un proprio cronometro e quella che avrà il tempo di sopravvivenza più alto vincerà il round ottenendo un punto.
Questa particolare modalità è arricchita dalla possibilità per i giocatori nei ruoli degli sterminatori di scegliere le carte da equipaggiare mentre per gli infetti speciali di spendere i “punti mutazione”. Questi punti potranno essere usati per potenziare le statistiche come Salute, Danno e Strumento per controbilanciare le abilità degli sterminatori.
Questa possibilità rende più equilibrato lo scontro, al quale si aggiunge la possibilità per il “team infetti” di cambiare la tipologia di infetti in ogni momento, cambiando strategia e aprendo a svariate possibilità di collaborazione.
Back 4 Blood in definitiva..
Back 4 Blood è si, un sequel spirituale di Left 4 Dead, ma si distingue da esso grazie ad un sistema di gioco rinnovato e alcune peculiarità che vanno a vivacizzare il gameplay. Nonostante il gioco sia divertentissimo in co-op, in alcune fasi può invece risultare ridondante e, se giocato in singolo, non da la possibilità di accedere a determinate ricompense.
La modalità Sciame seppur sia una bella novità rispetto al multiplayer di Left 4 Dead, viene percepita sempre come un contorno del gioco principale. Il titolo sotto il punto di vista grafico, seppur non sia eccelso, permette di essere accessibile anche agli utenti che dispongono di un hardware più datato. Resta comunque una bella sorpresa nelle uscite di quest’anno che va ad aggiungersi alle librerie dei giocatori che erano alla ricerca di un nuovo titolo multiplayer in stile Left 4 Dead.
P.s Il gioco è disponibile anche sul gamepass di Xbox.
Buona caccia!
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Review Overview
Back 4 Blood, non è titolo dalle grosse pretese. Ma nonostante sia il sequel spirituale del titolo di Valve, non rinuncia a presentarsi con nuove meccaniche e novità che vanno a migliorare e vivacizzare il gameplay che già conoscevamo.
Gianluca
Un normalissimo ragazzo appassionato di videogiochi che vive ogni opera come parte intrigante della sua vita.
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