Dopo anni di rinvii, cambi di nome (chi ricorda Ares?) e un ciclo di sviluppo che sembrava infinito, il momento è arrivato. Per molto tempo abbiamo scherzato sul fatto che questo gioco fosse una leggenda metropolitana, un “vaporware” destinato a non uscire mai. Invece, Level-5 è tornata sul campo, e lo ha fatto con un bagaglio di ambizioni enorme. Non siamo qui per fare sconti per la nostalgia, ma per capire se, tolta la polvere dell’attesa, sotto c’è un gioco di calcio RPG che vale la pena giocare nel 2025.
Introduzione
Inazuma Eleven: Victory Road non è semplicemente un sequel; è un tentativo di riavvio culturale della serie. Dimenticate per un attimo l’ottimismo incrollabile di Mark Evans (Endou Mamoru) o l’energia di Arion (Tenma). Questa volta Level-5 ha scelto una strada più tortuosa, quasi decostruzionista. Il gioco si presenta come un pacchetto massiccio diviso in due anime distinte: la Modalità Storia, che segue le vicende di un protagonista atipico, e la Modalità Cronache, un gigantesco parco giochi per i fan storici che vogliono collezionare migliaia di giocatori dal passato. È un titolo che cerca di bilanciare la maturità narrativa con il puro fan service arcade, un equilibrio non sempre facile da mantenere.

Gameplay
Il cuore pulsante di Victory Road risiede nel suo tentativo di modernizzare un sistema di gioco nato per il pennino del Nintendo DS, adattandolo ai controller moderni senza perdere la sua identità tattica.
La novità più grande è l’abbandono dei vecchi scontri casuali a favore di meccaniche più strutturate come il Focus e la Zone.
Il Focus gestisce i duelli a centrocampo: non basta più premere un tasto e sperare nella statistica migliore. Ora bisogna leggere i movimenti dell’avversario e scegliere il tempo giusto per l’azione, rendendo il recupero palla meno “automatico” e più ragionato.
La Zone, invece, trasforma l’area di rigore in una sorta di mini-RTS (strategico in tempo reale), dove posizionare i difensori per creare muri o bloccare le linee di tiro diventa fondamentale prima ancora di attivare una tecnica micidiale.
Un cambiamento radicale è la gestione della Barra Tensione, che sostituisce i vecchi Punti Tecnica (PT) individuali per le mosse speciali. Ora la risorsa è condivisa dalla squadra: questo costringe a fare scelte tattiche pesanti. Non potete più “spammare” le tecniche speciali con il vostro attaccante preferito; dovete costruire l’azione, accumulare tensione e decidere se spenderla per una parata sicura o per un tiro devastante.
La Modalità Cronache merita una menzione a parte: è qui che il gioco mostra i muscoli in termini di longevità. La possibilità di reclutare quasi ogni personaggio della storia del franchise (parliamo di oltre 4.500 atleti) attraverso la “Kizuna Alley” (o Viale dei Legami) è impressionante, anche se porta con sé un inevitabile grinding. Preparatevi a ripetere partite su partite per ottenere gli spiriti necessari a sbloccare i vostri beniamini. È un sistema che premia la dedizione, ma che alla lunga può risultare ripetitivo per chi non è un completista ossessivo.

Storia
Qui Level-5 ha osato. Il protagonista, Unmei Sasanami, non è il classico “fissato del calcio”. Al contrario, è un ragazzo che non può giocare e che, inizialmente, detesta questo sport. La narrazione si sposta a Nagasaki, alla scuola Nagumohara, offrendo scenari nuovi e un tono decisamente più “drama” rispetto al passato.
La trama esplora il ruolo di Unmei come stratega e manager, piuttosto che come capitano in campo. È una prospettiva rinfrescante che dà peso alla tattica e alla psicologia della squadra piuttosto che al solo “cuore che batte forte”. I temi sono meno infantili del solito: si parla di talento sprecato, di invidia e di cosa significhi davvero la “vittoria” quando il costo per ottenerla è troppo alto. Per quanto poi ci troveremo a “combattere” a sasso, carta o forbici contro i bulli o altri personaggi.
Purtroppo, il ritmo della narrazione soffre a tratti della classica “sindrome da RPG giapponese”: troppi dialoghi statici e alcune missioni secondarie che sanno di riempitivo (quest banali) che spezzano la tensione drammatica. La rivalità con la Raimon è gestita bene, ma alcuni colpi di scena sono telefonati per chi mastica anime sportivi da anni.

Grafica ed effetti sonori
Dal punto di vista tecnico, Victory Road è un progetto a due facce.
Le scene d’intermezzo, realizzate in collaborazione con lo studio MAPPA, sono di altissima qualità, con animazioni fluide. Anche i modelli dei personaggi in campo sono ben resi, con uno shading pulito che rispetta fedelmente il design originale. Le Tecniche Micidiali sono spettacolari, ricche di particellari e con una regia dinamica che esalta ogni “Mano di Luce” o “Tornado di Fuoco”.
Il rovescio della medaglia si trova negli ambienti esplorabili e nelle texture secondarie. Alcune aree della scuola o della città appaiono spoglie, con texture a bassa risoluzione che sembrano un retaggio dello sviluppo travagliato o di un’ottimizzazione pensata per hardware meno performanti (Switch) e poi scalata verso l’alto.
Il comparto sonoro è solido: il doppiaggio (in giapponese) è espressivo e la colonna sonora accompagna bene l’azione, anche se forse mancano quei due o tre brani iconici e “martellanti” che avevano caratterizzato la prima trilogia.

Conclusioni su Inazuma Eleven: Victory Road
Inazuma Eleven: Victory Road è un prodotto onesto, colossale nei contenuti ma imperfetto nella rifinitura. Non è il capolavoro assoluto che rivoluziona il genere, ma è un RPG calcistico estremamente competente che riesce a farsi perdonare i suoi difetti (un po’ di grind, qualche incertezza tecnica) grazie a un sistema di gioco profondo e appagante.
Se cercate realismo, state lontani. Se invece cercate strategia, collezionismo e quella particolare adrenalina che solo evocare un demone per parare un rigore sa dare, questo è il titolo giusto. Level-5 ha dimostrato che, anche senza il pennino del DS, l’anima di Inazuma è ancora viva.
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Inazuma Eleven: Victory Road - Recensione
Inazuma Eleven: Victory Road segna un ritorno convincente per la serie Level-5. Con una trama più matura guidata dallo stratega Unmei Sasanami e un gameplay ibrido che mescola tattica e azione, il gioco offre centinaia di ore di contenuti. Pur soffrendo di un certo grinding nella Modalità Cronache e di qualche texture sottotono, la profondità del sistema di gioco e la quantità di personaggi reclutabili lo rendono un acquisto obbligato per i fan e un ottimo punto d'ingresso per i nuovi arrivati.


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