Nell’ambito mediatico, il concetto di Shinigami, o Dio della Morte, è stato ripreso in più occasioni. Se nei manga i casi più famosi sono Bleach e Death Note, nei videogiochi ricordiamo gli Shinigami di The World Ends with You o quello che ci dà la caccia nei piani del Mementos di Persona 5. Questa volta però, con Death’s Door, andiamo a conoscere un lato degli Shinigami più intimo, mettendoci nei panni di uno di essi.
Il nostro protagonista dalla forma corvina è pronto ad un’altra giornata di lavoro, cioè quella di picchiare selvaggiamente coloro che non si sentono ancora pronti a passare a miglior vita così da prendere le loro anime e portarle nell’aldilà. Gli viene affidato l’incarico di ottenere un’anima importante, ma questa anima gli viene inaspettatamente rubata. Questo per il nostro eroe è un disastro senza precedenti: non solo rischia di fallire nel suo lavoro, ma quando uno Shinigami è a caccia di un’anima la sua immortalità viene meno fino a quando il lavoro attuale non è concluso. Questo significa che il corvetto inizierà inevitabilmente ad avanzare di età fino a morire, se non dovesse ritrovare l’anima perduta. E’ così che si mette alla caccia del maltolto.
Combattimento
Il combattimento è fluido e funziona molto bene: il giocatore ha la possibilità di scegliere tra molteplici stili di combattimento, come armi melee, incantesimi, o armi a distanza. A prescindere dalla scelta tutto è ben calibrato e non mancherà di premiare l’utente per inventiva e sperimentazione. Le ambientazioni sono davvero fantasiose e ognuna di distingue categoricamente l’una dall’altra a seconda del boss che andremo ad affrontare. Dalla palude del Re dei Rospi ci ritroveremo immantinente nel castello/laboratorio di una terribile strega, ogni zona è unica e dona una voglia incredibile di esplorare.
Storia di Death’s Door
Ciò in cui Death’s Door eccelle maggiormente però è la storia. I personaggi sono tutti scritti magnificamente, e ancor più fanno pensare. Lasciano sulla nostra pelle domande piene di esistenzialismo, navigando in acque scure e inquietanti, e all’improvviso sorprendendoci con una battuta che allenta la tensione. Non esageriamo dicendo che forse, dopo Undertale, questo titolo potrebbe presentare alcuni tra i personaggi meglio riusciti degli ultimi anni. Se poi consideriamo che la colonna sonora è altrettanto curata. Risultando come una delle migliori soundtrack dei videogiochi di tutti i tempi, non possiamo che restare quasi shockati dal modo in cui Death’s Door si ritrova a essere un indie poco conosciuto invece di essere già un cult.
Conclusione
Death’s Door dura tra le 10 e le 20 ore, e c’è di sicuro un buon motivo se ha vinto il premio come Miglior Indie al Golden Joystick Award 2021 ed è stato una nomination al The Game Awards. Se non lo conoscete, provatelo, perchè ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo tormentone mainstream. Fate in modo di dire “io c’ero prima”.
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VALUTAZIONE FINALE - Death's Door
Death's Door ha tutto quello che un videogiocatore può desiderare, soprattutto se è un fan di Zelda. Un'ottima storia introspettiva, bellissimi personaggi, gameplay bilanciato e colonna sonora stratosferica fanno da contorno all'indie che ha vinto il Golden Joystick Award 2021.
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