Chi avrebbe mai pensato che liberare un dio sorridente e famelico potesse portare a qualcosa di positivo? Eppure, tra la distruzione del tuo villaggio natale e una nuova vita fatta di sacrifici, ricostruzione e pericoli quotidiani, Kaya’s Prophecy riesce a trasformare l’incubo in un’esperienza sorprendentemente divertente.
Questo titolo targato Yogscast Games mescola gestione di risorse, deck-building e strategia in un formato davvero inedito: un simulatore gestionale basato su carte, dove ogni azione è decisa dal modo in cui combini e impili le carte a disposizione. Apri pacchetti digitali di carte, componi pile funzionali e crea nuovi oggetti per la sopravvivenza della tua comunità, tutto mentre cerchi di tenere a bada Kalades, una divinità dall’appetito praticamente infinito.

Il gioco si muove su due binari principali: da un lato la ricostruzione del villaggio, con tutto ciò che comporta in termini di gestione del tempo, pianificazione delle risorse e produzione continua di cibo; dall’altro, un sistema di combattimento a turni ispirato a Slay the Spire, semplice ma efficace, utile per spezzare il ritmo e aggiungere varietà. I duelli non sono particolarmente impegnativi per i veterani del genere, ma rappresentano un’ottima porta d’ingresso per chi è alle prime armi, con nemici pittoreschi come api rabbiose, capi tribali e altri curiosi abitanti delle terre selvagge.
Il sistema di missioni guida il giocatore passo dopo passo, evitando momenti morti e incentivando sempre l’esplorazione di nuovi biomi pieni di pericoli e tesori nascosti. Il ritmo di gioco è ben calibrato, con una complessità che cresce in modo naturale: si parte con un singolo abitante, ma presto si avranno più totem da costruire, nuovi strumenti da fabbricare e scelte sempre più difficili da affrontare.

Uno degli aspetti più riusciti di Kaya’s Prophecy è la sua fisicità digitale. Trascinare le carte, impilarle e organizzarle nello spazio di gioco regala una sensazione quasi “tattile”, come se stessi davvero maneggiando oggetti su un tavolo da gioco reale. C’è un piacere particolare nell’ottimizzare il proprio spazio, preparare pile pronte per la produzione o sistemare gli ingredienti per una nuova ricetta, anche se la frustrazione è dietro l’angolo quando Kalades decide di divorarsi proprio quelle due banane che ti servivano per avanzare nella storia.
La pressione del tempo è costante e ben dosata: ogni giorno è una corsa contro l’orologio per soddisfare il dio e non far precipitare la situazione. Con l’arrivo della notte, le priorità cambiano: raccogliere risorse, produrre nuovi booster, bilanciare le missioni principali con la sopravvivenza quotidiana. Ogni decisione pesa, ogni click conta.

In sintesi, Kaya’s Prophecy è un ibrido curioso ma riuscito, capace di unire generi diversi con naturalezza e stile. Non è il gioco più difficile là fuori, ma ha un’anima, un’identità ben definita e quella giusta dose di tensione che ti spinge a giocare ancora un giorno, ancora un ciclo. Perché Kalades ha fame. Sempre.
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VALUTAZIONE FINALE - Kaya's Prophecy
Kaya's Prophecy unisce insieme il deck building e il gestionale, in un ibrido che risulta vincente anche grazie al carinissimo stile grafico.

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