Ambientato in un’Unione Sovietica alternativa degli anni ‘50, Atomic Heart si presenta come uno sparatutto in prima persona che fonde elementi action-RPG con una forte componente narrativa. Sviluppato dallo studio russo Mundfish al suo debutto.
Introduzione
L’esordio di Mundfish si distingue principalmente per il suo world building distintivo. La premessa narrativa ci catapulta in una realtà dove l’URSS ha vinto la Seconda Guerra Mondiale grazie a progressi scientifici senza precedenti basati sulla tecnologia polimerica. In questo scenario distopico, robot avanzati e umani vivono in apparente armonia fino a quando qualcosa va storto, scatenando una ribellione meccanica che trasforma i servitori in assassini.
Il giocatore veste i panni di P-3, agente speciale del KGB e veterano di guerra, inviato alla Struttura 3826 per indagare sulla rivolta robotica. Accompagnato dal guanto bionico parlante Charles, il protagonista si fa strada attraverso un mondo che mescola propaganda comunista, tecnologia futuristica e orrori nascosti. La narrazione presenta colpi di scena interessanti e una scala morale sfumata, dove i confini tra bene e male si confondono progressivamente.

Gameplay
Il sistema di combattimento rappresenta uno degli aspetti più riusciti di Atomic Heart. Il gioco offre un buon equilibrio tra scontri corpo a corpo e combattimenti a distanza, permettendo di affrontare le situazioni con approcci diversi. Le armi da mischia si rivelano sorprendentemente soddisfacenti, con un feedback convincente che rende tangibile ogni colpo inferto ai nemici metallici.
L’arsenale comprende dodici categorie di armi, dalle classiche asce e pistole fino a fucili energetici e railgun. Ogni arma può essere potenziata attraverso un sistema di upgrade ramificato, con la possibilità di aggiungere cartucce elementali che conferiscono danni da fuoco, ghiaccio o elettricità. Una caratteristica apprezzabile è la possibilità di rimuovere e riallocare gli upgrade senza perdere risorse, incoraggiando la sperimentazione.
Il guanto polimerico di P-3 offre diverse abilità speciali che ricordano i plasmidi di BioShock: telecinesi di massa, scudi polimerici, scariche elettriche e attacchi ghiacciati. Combinate con le armi, queste abilità permettono di creare combo efficaci, come sollevare gruppi di nemici in aria per poi finirli con lame elettrificate.
Un elemento distintivo è il sistema di saccheggio semplificato: invece di frugare manualmente in cassetti e armadietti, si usa la telecinesi per aspirare tutti gli oggetti utili in un solo gesto, rendendo la raccolta risorse estremamente fluida ed esteticamente appagante.
Il mondo di gioco si divide in due componenti distinte: complessi interni lineari che ospitano le missioni principali, e aree open world esterne che fungono da collegamento.
Gli enigmi presenti nei complessi al chiuso risultano generalmente ben pensati, spaziando da puzzle laser che richiedono di allineare fasci colorati, a serrature con combinazioni temporizzate, fino a rompicapi più creativi come il mini-gioco Snake su un monitor vintage. Questi elementi si integrano bene con il level design, creando una piacevole varietà rispetto al combattimento.

Storia
La trama di Atomic Heart parte con l’imminente lancio del Kollektiv 2.0, una rete neurale che dovrebbe connettere le menti di tutti gli umani e robot in un’unica coscienza collettiva. Quando i robot iniziano a massacrare il personale della Struttura 3826, P-3 viene incaricato dal dottor Sechenov di indagare e fermare Viktor Petrov, sospettato di sabotaggio.
Il racconto si sviluppa attraverso una serie di rivelazioni progressive che svelano cospirazioni e manipolazioni dietro l’apparente utopia tecnologica. La narrazione affronta temi politici complessi, offrendo una critica al comunismo sovietico e alle implicazioni etiche del progresso scientifico senza limiti.
I personaggi principali presentano sfaccettature interessanti. Il protagonista P-3 è caratterizzato da un atteggiamento irriverente e spesso volgare. Charles, il guanto parlante, e NORA, il robot per gli upgrade che comunica con doppi sensi espliciti, aggiungono momenti di leggerezza.
La campagna principale richiede circa 20-25 ore per essere completata, con altre 15-20 ore aggiuntive per chi vuole esplorare a fondo il mondo ed affrontare le missioni secondarie. La longevità risulta quindi superiore alla media per uno sparatutto in prima persona.
Grafica ed effetti sonori
Dal punto di vista tecnico, Atomic Heart colpisce soprattutto negli ambienti al chiuso. L’illuminazione curata, il rendering basato sui materiali e il posizionamento accurato delle fonti luminose creano un’immagine convincente del mondo retrofuturistico sovietico.
Le aree open world mostrano però una qualità grafica inferiore, con texture meno dettagliate e cali di framerate più evidenti rispetto agli interni.
Il character design, invece è curato nei minimi dettagli, con robot che spaziano dalle ballerine gemelle sensuali ai tecnici di laboratorio con baffi staliniani, dove ogni elemento visivo contribuisce a creare un’atmosfera unica.
Il comparto sonoro merita una menzione particolare. La colonna sonora include composizioni originali di Mick Gordon (compositore di Doom) insieme a brani pop sovietici e loro remix. Il sound design è stato curato con grande attenzione, con gli sviluppatori che hanno registrato migliaia di suoni originali percuotendo superfici metalliche, frantumando frutta e verdura, e catturando onde elettromagnetiche.

Conclusione di Atomic Heart
Atomic Heart si presenta come un titolo ambizioso che riesce solo parzialmente a realizzare le proprie aspirazioni. Il gioco eccelle nell’art design, nell’ambientazione retrofuturistica e in un combattimento che offre varietà e soddisfazione. La componente narrativa, pur attingendo a temi già esplorati, mantiene l’interesse grazie a personaggi carismatici e una messa in scena convincente.
Le criticità emergono principalmente nel bilanciamento tra le diverse componenti. Gli ambienti al chiuso risultano molto più rifiniti e coinvolgenti rispetto all’open world, che appare meno curato graficamente. L’accessibilità rappresenta un altro punto dolente, con sottotitoli troppo piccoli e opzioni di aiuto limitate.
Il confronto con BioShock, spesso evocato, risulta in parte riduttivo. Atomic Heart condivide certamente l’impostazione di sparatutto con abilità speciali ambientato in un’utopia distopica, ma sviluppa un’identità propria attraverso l’ambientazione sovietica, il combattimento corpo a corpo più sviluppato e un approccio meno horror. Non si tratta di un clone ma di un’opera che trae ispirazione senza limitarsi a copiare.
Per chi apprezza gli sparatutto narrativi con forte componente visiva e ambientazioni originali, Atomic Heart merita attenzione nonostante le imperfezioni. Si tratta di un’esperienza che non rivoluziona il genere ma offre contenuti di qualità per circa 35-40 ore complessive.
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Atomic Heart Recensione
Atomic Heart è uno sparatutto retrofuturistico ambientato in un'URSS alternativa dove i robot si ribellano all'uomo. Il debutto di Mundfish convince per art design e combattimento ma mostra squilibri nel bilanciamento e nell'open world.

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