Quando si parla di roguelike d’azione cooperativi, il mercato è già saturo di proposte consolidate. Godbreakers è il debutto dello studio svedese To The Sky pubblicato da Thunderful, il quale si inserisce in questo contesto affollato con una meccanica distintiva: la possibilità di assorbire i poteri dei nemici per usarli contro di loro. Il gioco, uscirà il 23 ottobre 2025 su PC (Steam ed Epic Games Store) e PlayStation 5, propone un sistema di combattimento fluido e reattivo pensato per sessioni cooperative fino a quattro giocatori.
Introduzione
Godbreakers racconta di un’umanità ormai estinta, cancellata da un’intelligenza artificiale chiamata Monad che, nel suo tentativo di raggiungere la perfezione, ha trasformato l’intero sistema solare in una sostanza computazionale detta Prima Materia. Con il sole che inizia a spegnersi, tre sorelle celesti note come il Coven decidono di riportare in vita alcuni umani, trasformandoli in armi viventi con un unico scopo: distruggere la Monad e salvare ciò che resta del sistema solare.
Il team di sviluppo, composto da veterani dell’industria provenienti da studi come EA, DICE e Massive Entertainment, ha lavorato al progetto per circa quattro anni sotto il nome in codice “Project Indigo”. L’obiettivo dichiarato era creare un’esperienza che mettesse il gameplay al primo posto, con un sistema di combattimento fluido e appagante.

Gameplay
Godbreakers si distingue per il suo sistema di combattimento in terza persona, costruito attorno a tre pilastri fondamentali: velocità, fluidità e controllo totale. A differenza di molti action game che vincolano il giocatore in animazioni lunghe e difficili da interrompere, qui ogni mossa può essere annullata istantaneamente tramite lo scatto, permettendo di reagire rapidamente ai pericoli.
La meccanica distintiva del gioco è il Godbreak, un sistema che permette di assorbire i poteri nemici una volta che la loro barra della salute scende sotto una certa soglia. Durante il processo, il giocatore letteralmente entra nel corpo del nemico per poi esplodere dall’interno, guadagnando un’abilità speciale monouso basata sulle caratteristiche della creatura assorbita. Ogni tipo di nemico offre un potere differente: alcuni permettono di sparare raggi laser, altri di scavare sottoterra per emergere con attacchi devastanti, altri ancora di lanciare pozze d’acido.
Il gioco offre sei archetipi giocabili, ciascuno con un’arma e uno stile di combattimento unici. Il Lanciere usa una lancia equilibrata adatta a un approccio versatile, il Pilastro brandisce un enorme ariete per danni ad area, le Lame Gemelle permettono movimenti rapidi e attacchi alle spalle, il Duellante che permette di creare sfere di energia come attacchi secondari, il Mietitore che permette di creare delle sentinelle e l’Incursore specializzato nelle combo.
Ogni archetipo ha un tratto passivo e tre abilità sbloccabili legate all’arma, offrendo diverse opzioni di personalizzazione.
Il sistema di progressione si articola su due livelli. Durante ogni run, i giocatori raccolgono Frammenti (equipaggiabili che modificano le statistiche e offrono sinergie) ed Essenze (potenziamenti accumulabili che si sommano durante la partita). Tra una run e l’altra, si sbloccano permanentemente nuovi archetipi, abilità, personalizzazioni estetiche e modificatori che alterano le condizioni di gioco.
Storia
La narrativa di Godbreakers non si impone mai in modo invadente, preferendo un approccio minimalista che lascia ampio spazio all’azione. Il gioco si svolge in un futuro lontano dove l’umanità è solo un ricordo impresso nei pattern quantistici lasciati nel cosiddetto spazio di Sargassus.
Il Coven, un trio di entità celesti custodi delle stelle, non può intervenire direttamente contro la Monad, ma può ricreare corpi per i pattern umani trovati nello spazio. Questi “vessilli” dell’umanità devono attraversare sei biomi surreali, ciascuno dei quali rappresenta una creazione distorta della Monad costruita dalle rovine di mondi divorati.
La trama si rivela gradualmente attraverso brevi dialoghi e trailer cinematici, con molti segreti nascosti che si svelano di run in run. Il tono è cupo e filosofico, con riflessioni sulla natura dell’intelligenza artificiale, della perfezione e della memoria umana.

Grafica ed effetti sonori
Dal punto di vista visivo, Godbreakers adotta uno stile low-poly colorato con tonalità sature e design surreali. Ogni bioma presenta un’identità estetica distinta: da Sabboath, paludoso e intriso di veleni, al più colorato ed eclettico Kar-Aja. L’approccio artistico mescola elementi sci-fi con atmosfere fantastiche, creando ambienti che sembrano quadri in movimento.
Gli effetti particellari accompagnano ogni Godbreak e abilità speciale, rendendo visivamente chiaro ciò che accade durante i frenetici scontri cooperativi. Il gioco mantiene prestazioni solide anche su Steam Deck, dove gira a 40-45 fps stabili con le impostazioni ottimizzate. Su PlayStation 5 e PC di fascia alta, l’esperienza è fluida senza cali di frame evidenti.
Per quanto riguarda l’audio, le tracce musicali accompagnano l’azione senza mai sovrastarla. Il sound design enfatizza l’impatto dei colpi e l’esplosività dei Godbreak, contribuendo alla sensazione di potenza del combattimento.

Conclusione di Godbreakers
Godbreakers si presenta come un roguelike d’azione cooperativo solido e ben costruito, che punta tutto sulla fluidità del combattimento e sulla meccanica del furto di poteri. Il sistema che permette di annullare le mosse in qualsiasi momento rappresenta un aspetto significativo del gameplay, offrendo un controllo preciso raramente trovato nel genere.
Il gioco funziona sia in solitaria che in cooperativa, ma è chiaramente pensato per dare il suo meglio nelle sessioni multiplayer a quattro giocatori, dove le sinergie tra archetipi diversi e le combo coordinate diventano determinanti. La presenza di sei biomi con layout dinamici, boss multi-fase e un sistema di progressione permanente contribuisce a mantenere alta la rigiocabilità.
Tuttavia, alcuni aspetti lasciano qualche dubbio. Confrontato con pesi massimi del genere come Hades o Risk of Rain 2, Godbreakers può apparire meno distintivo sul piano della personalità complessiva. La narrativa minimalista, pur funzionale, non offre gli stessi agganci emotivi di altri roguelike story-driven. Inoltre, la profondità delle build e delle sinergie, pur presente, potrebbe non raggiungere i livelli di complessità di titoli più maturi.
In definitiva, Godbreakers rappresenta un debutto promettente per To The Sky, che dimostra competenza tecnica e una chiara visione del gameplay. Si tratta di un’esperienza consigliata soprattutto a chi cerca un roguelike cooperativo accessibile, con un sistema di combattimento immediato ma profondo, senza pretendere di rivoluzionare il genere. Per chi invece desidera una narrativa elaborata o meccaniche mai viste prima, potrebbe risultare un’alternativa valida ma non indispensabile in un mercato già ricco di proposte.
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Godbreakers Recensione
Godbreakers è un roguelike cooperativo che combina combattimento fluido e furto di poteri nemici in sei biomi surreali, offrendo un'esperienza solida ma non rivoluzionaria in un genere già saturo.

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