Cladun X3

Cladun X3 – Recensione

Cladun X3 è uno di quei giochi che, fin dalle primissime battute, ti fanno capire che non hanno alcuna intenzione di accompagnarti per mano. L’universo in cui vieni catapultato è un luogo bizzarro, quasi un crocevia dimenticato dal resto del multiverso, dove personaggi più o meno malvagi si ritrovano loro malgrado coinvolti in un torneo crudele. È un’idea che potrebbe sembrare sopra le righe, ma è proprio questa impostazione paradossale – mettere una folla di criminali, truffatori, stregoni e tagliagole in un’arena a scannarsi in nome della “pace universale” – a dare alla nuova produzione un tono unico, a metà tra il grottesco e il comico involontario. Non si tratta di salvare il mondo, ma di sopravvivere più a lungo possibile in un contesto completamente privo di innocenza. E il fatto che il gioco non faccia alcuno sforzo per imbellettare questa premessa lo rende, curiosamente, più interessante del previsto.

Il personaggio che interpreti non ha nulla dell’eroe classico: è semplicemente un altro tra i tanti, un partecipante che, come gli altri, lotta per motivi egoistici. Questa prospettiva “orizzontale”, dove non esiste una distinzione morale tra te e i nemici che incontri, crea un’atmosfera di diffidenza costante. Nei sotterranei infestati da creature letali ti muovi con un misto di prudenza e rassegnazione, consapevole che ogni passo potrebbe rivelarsi quello sbagliato. Gli scontri sono frequenti, spesso caotici, e il gioco non perde tempo a prepararti: già dai primi minuti ti ritrovi a fronteggiare trappole assurde, mostri aggressivi e avversari pronti a eliminarti senza complimenti.

Cladun X3

Prima di avventurarti nella carneficina, però, sei costretto a forgiare la tua identità. La creazione del personaggio è più stratificata di quanto ci si potrebbe aspettare da un dungeon crawler dal gusto retrò. Le classi disponibili non si limitano ai soliti ruoli da manuale, ma includono anche specializzazioni più elaborate che si sbloccano man mano che dimostri di saper sopravvivere abbastanza a lungo. Alcune di queste opzioni richiedono un certo impegno per essere comprese e padroneggiate, soprattutto perché i punti di forza e di debolezza non sono sempre immediatamente chiari. Questo incoraggia la sperimentazione, ma significa anche che potresti passare parecchie ore a capire cosa funzioni davvero per il tuo stile di gioco.

Il sistema di controllo, apparentemente semplice, nasconde una rigidità che potrebbe spiazzare chi è abituato a combat system più fluidi. I movimenti richiedono precisione, i colpi vanno indirizzati con attenzione quasi chirurgica, e spesso basta uno spostamento fuori asse per mancare completamente l’avversario. All’inizio risulta frustrante, e l’impressione è quella di combattere contro il gioco oltre che contro i nemici. Con il tempo, tuttavia, emerge una sorta di coerenza interna: la lentezza dei movimenti, la punizione severa per ogni errore, l’attenzione necessaria nel gestire la corsa – che ti rende più veloce ma contemporaneamente più fragile – concorrono a creare un ritmo di gioco deliberatamente punitivo. Non è un combat system moderno, e nemmeno vuole esserlo: sembra quasi un richiamo voluto a un’epoca in cui ogni errore costava caro.

Cladun X3

La vera spina dorsale dell’esperienza, però, è un complesso sistema di supporto che permette di formare una sorta di micro–esercito personale. Non si tratta dei soliti compagni controllati dall’IA che ti seguono ovunque, quanto piuttosto di figure “secondarie” che puoi configurare, disporre e trasformare in amplificatori delle tue capacità. La disposizione di queste pedine all’interno delle varie strutture disponibili diventa un vero e proprio rompicapo strategico, che richiede attenzione, pianificazione e un certo gusto per la sperimentazione folle. Ogni configurazione influisce sulle tue statistiche e, se ben studiata, può fare la differenza tra una discesa nei sotterranei tutto sommato gestibile e una disfatta annunciata dopo pochi minuti. È un sistema ingegnoso, ricco di sfumature, e rappresenta senza dubbio il cuore più originale del gioco.

Il percorso di crescita, però, passa anche dai negozi disseminati nel piccolo hub centrale. Le botteghe più tradizionali offrono miglioramenti standard, mentre un mercato parallelo – decisamente più disonesto, ma anche più allettante – permette di ottenere equipaggiamenti difficili da trovare altrove, a patto di essere disposti a svuotare le tasche. L’importanza dell’equipaggiamento è tale che ignorare queste opportunità significa spesso condannarsi a una morte rapida e inevitabile. Anche qui la filosofia è chiara: chi investe nel potenziamento del proprio arsenale verrà premiato, chi sottovaluta la preparazione verrà divorato dagli abissi.

I sotterranei in sé rappresentano una delle parti meglio riuscite dell’opera. Non tutti i dungeon seguono una struttura lineare: alcuni si espandono su decine e decine di livelli generati casualmente, creando scenari in cui la resistenza psicologica diventa tanto importante quanto la potenza offensiva. Altri si basano su mappe misteriose che possono modificare radicalmente la tua avventura e introdurre condizioni imprevedibili. È un approccio che non si limita a variare esteticamente gli ambienti, ma si impegna a creare costantemente nuove sfide. Non sempre tutto funziona alla perfezione, ma l’imprevedibilità è innegabilmente uno dei punti di forza.

Cladun X3

Dal punto di vista estetico, Cladun X3 sembra voler dichiarare apertamente la propria devozione all’era dei 16 bit. Sprites pixelati, ambientazioni ridotte all’osso e animazioni volutamente essenziali rimandano a una nostalgica semplicità che rimane comunque gradevole alla vista. C’è persino la possibilità di scegliere tra una colonna sonora più moderna e una versione ispirata ai chiptune, scelta che farà probabilmente la gioia di chi è cresciuto a pane e console degli anni ’90. Nonostante questa impostazione minimalista, il gioco riesce a trasmettere una varietà stilistica a sorpresa, soprattutto nelle illustrazioni e nella personalizzazione del personaggio.

Anche il lato “collezionistico” non è stato trascurato. Chi ama completare ogni singolo obiettivo troverà pane per i propri denti: ci sono sfide impegnative, obiettivi bizzarri e richieste che costringono a esplorare ogni meccanica del gioco, anche quelle più nascoste. È un titolo che, sotto questo punto di vista, premia la costanza molto più della semplice abilità.

Cladun X3 è, in definitiva, un dungeon crawler che punta tutto su una combinazione di idee eccentriche e meccaniche stratificate. Nei primi momenti può risultare disorientante, persino respingente, a causa dei comandi rigidi e della mole di sistemi che il gioco scaraventa addosso al giocatore senza troppi riguardi. Ma chi supera quella fase iniziale scoprirà un’esperienza sorprendentemente ricca, costruita su una logica tutta sua, capace di generare assuefazione. Non è un titolo adatto a chi cerca immediatezza o fluidità, ma chi apprezza i giochi retrò con un’anima spigolosa, unita a un sistema di personalizzazione profondo e talvolta maniacale, potrebbe ritrovarsi catturato molto più del previsto. È un prodotto atipico, pieno di stranezze, ma proprio per questo affascinante a suo modo.

Cladun X3
VALUTAZIONE FINALE - Cladun X3
7.5

Cladun X3 è un’esperienza che divide: da un lato offre una profondità sorprendente, un sistema di personalizzazione unico e dungeon sempre diversi; dall’altro richiede pazienza, dedizione e una buona dose di tolleranza verso controlli rigidi e un’impostazione volutamente punitiva. È un titolo che sa conquistare chi ama scavare nelle meccaniche più complesse dei dungeon crawler retro-style, ma che rischia di respingere chi cerca qualcosa di più immediato. Una proposta particolare e coerente con sé stessa, che funziona soprattutto per un pubblico ben definito.

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