Hauntii – Recensione

Il titolo di debutto di Moonloop Games non poteva avere una ricezione migliore di questa. Una visione bizzarra, uno stile grafico particolarissimo e originale, e una storia incantevole. Basta un colpo d’occhio al trailer di Hauntii, e dopo un primo momento di perplessità è impossibile non pensare di volerlo quantomeno provare.

Il gioco ci mette alla guida di un fantasma, nell’altro mondo, in costante ricerca di risposte. Lo spettro si chiede chi sia il suo amico angelo, o il motivo per cui provare a scalare la torre al centro di Eternity lo costringe ogni volta a cadere giù, ma soprattutto si chiede chi fosse in vita.

Durante il nostro gameplay, il fantasma esplorerà in maniera piuttosto lineare dei livelli bicolore, alla ricerca di speciali oggetti impossibili da non notare dato che, al contrario del resto, sono ben colorati. Ogni area è divisa in svariate “missioni” ognuna con il proprio titolo. Risolvendo enigmi e stage otterremo stelle, il che può ricordare un pò i giochi tridimensionali di Super Mario, che avevano titoli diversi per ogni stella in ogni diverso livello da affrontare. Queste stelle possono essere usate per riempire costellazioni che ci daranno diversi powerup, dalla vita massima agli scatti, ai proiettili. Ma ciò che probabilmente ci interessa di più è che ogni costellazione completata serve a scoprire un nuovo frammento della storia del nostro fantasma.

Sebbene il titolo sembri un normale shooter con meccanica twin-stick, il nostro protagonista non è un fantasma per caso. Colpendo oggetti inanimati potremo infatti prenderne possesso per svolgere svariate azioni. Possiamo impossessarci praticamente di qualsiasi cosa presente nel gioco, e questo significa che a volte ciò sarà totalmente inutile, ma allo stesso tempo il gioco ci sprona a sperimentare per scoprire sempre nuovi segreti.