Forse non tutti conoscono le bizzarre origini di Devil May Cry. Agli occhi dei videogiocatori è sempre stato il gioco di un ammazzademoni sborone che affetta mostri con salti, capriole e insulti random. In realtà c’è un segreto oscuro dietro il Devil May Cry che conosciamo: inizialmente infatti era stato ideato e programmato per essere un nuovo capitolo di Resident Evil. Solo successivamente i piani sono cambiati, e seppure protagonista, storia e gameplay sono cambiati radicalmente, sono rimasti i fondali fissi finora tanto cari alla serie zombesca, e un’ambientazione piuttosto horror.
I ragazzi italiani dello studio di Forge Reply hanno preso il concept di un action in chiave horror come Devil May Cry, e hanno creato Soulstice, un vero e proprio picchia-picchia dove ambientazione, mostri e atmosfera fanno accapponare la pelle. Non c’è nemmeno un raggio di luce o di speranza, e il tutto risulta quasi simile a un Dark Souls con movimenti decisamente più liberi e frenetici.
Nella città in rovina di Illden sono presenti mostri e mutanti, e nei panni del cavaliere Briar e di sua sorella, lo spettro Lute, dovremo affrontare micidiali pericoli. Il problema è che la storia è molto piatta e inevolvente, e le due sorelle protagoniste mostrano il loro carattere iniziale e non si mostrano mai per più di questo. Durante il gameplay parleranno spesso tra loro, dicendo comunque frasi di circostanza che non aggiungono nulla di più rispetto all’inizio, e le cutscene servono solo agli spostamenti dei personaggi senza osare in colpi di scena o caratterizzazioni approfondite delle due ragazze, che dall’inizio alla fine rimarranno la prode guerriera e la giovane gentile.
Nonostante questi lati negativi, la palette grigiastra provvede a dare una sensazione di sconforto e abbandono in tutte le location (anche se a volte questi tendono a confondere la visuale nelle sezioni platform), e non potrebbe fare un lavoro migliore per calarci nei personaggi e nella situazione. Come in Devil May Cry, gli stage hanno sezioni di esplorazione e altre di combattimento, con tanto di votazione finale a seconda del tempo impiegato e delle combo usate. Il combattimento è molto divertente e variegato, e l’utilizzo della sorella fantasma per interrompere gli attacchi nemici e contrattaccare è molto gratificante.
In combattimento dovremo continuamente alternarci tra gli attacchi fisici di Briar e quelli spettrali di Lute, così da poter sconfiggere tutti i tipi di nemici, ma quantomeno avremo un totale controllo sulla visuale e ci sentiremo perfettamente in grado di essere padroni di ciò che sta accadendo. Durante l’esplorazione, invece, il titolo tende a mettere delle visuali ad angoli ben predefiniti a seconda del punto dove stiamo camminando, e questo può rendere molto complicato effettuare determinati azioni, soprattutto quando queste necessitano una certa precisione. Se aggiungiamo la perdita di immersività a causa di continui muri invisibili che ci impediscono di andare dove vogliamo, possiamo affermare che Soulstice è tanto bello durante i combattimenti quando mediocre in esplorazione e narrativa.
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VALUTAZIONE FINALE - Soulstice
Soulstice è un gioco tutto italiano che va premiato anche solo per l'impegno che gli sviluppatori di casa nostra hanno posto in questo titolo. Peccato che, sebbene il combattimento sia divertente e ben progettato, le fasi esplorative sono frustranti e la narrazione è quasi inesistente.
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