Cult of the Lamb

Cult of the Lamb – Recensione

Sappiamo ormai fin troppo bene che il panorama Indie, che ormai conta decine di migliaia di giochi, è in grado spesso e volentieri di sfornare gemme incredibili che nel panorama videoludico si sono guadagnate milioni di fan. Probabilmente è anche grazie alla grossa opera pubblicitaria orchestrata da Devolver Digital, ma in quest’ultima settimana sembra essere nato un nuovo “culto”, preso in senso letterale. Parliamo di Cult of the Lamb, che conta già più di un milione di videogiocatori.

Cult of the Lamb

Un povero agnellino sacrificale viene portato al cospetto di quattro divinità antiche. Esso deve essere ucciso per prevenire una sorta di profezia: i quattro dicono infatti che hanno sterminato la sua intera razza e il nostro eroe è l’ultimo della sua stirpe. In punto di morte, però, l’agnello vede nell’aldilà una quinta divinità, chiamata “Colui che Attende”. Costui è stato imprigionato dagli altri 4, ma è disposto a dare i suoi poteri all’agnello in cambio dell’assassinio delle altre divinità così da poter venire liberato. L’agnello ovviamente accetta e diventa così il portatore di un potere divino, così come “papa” vero e proprio di un culto votato alla preghiera verso Colui che Attende.

Cult of the Lamb

L’agnello da sacrificale passa a carnefice, pronto a esplorare i vari dungeon, creati proceduralmente e pieni di mostri insidiosi, per arrivare a scontrarsi faccia a faccia con le divinità che lo volevano morto e strappargli i cuori una volta per tutte. L’esplorazione comprende l’utilizzo di un’arma principale e di una magia maledetta, da equipaggiare di run in run a seconda di cosa troveremo fortuitamente. Spade, pugnali, asce e martelli si accompagneranno così ad aure venefiche, tentacoli distruttivi e fantasmi vendicativi, in una battaglia sempre diversa in cui otterremo potenziamenti specifici a seconda dei tarocchi pescati nella stanza della cartomante.

Cult of the Lamb

Per sconfiggere delle divinità tuttavia non bastano armi e magia, ma avremo bisogno anche di una quantità non indifferente di energia spirituale, cosa che può esserci elargita solamente da una folta schiera di cultisti votati alla fede della nostra religione. Tra i vari dungeon troveremo infatti vari animali da salvare e da convertire al nostro culto. I cultisti ci venereranno e ci ubbidiranno, dando inizio a una vera e propria sessione da gioco gestionale nella nostra base operativa. Tramite le preghiere dei cultisti otterremo energia spirituale atta a sbloccare sempre nuovi edifici, che serviranno per rendere sempre più potente e autosufficiente la nostra comunità. Si partirà da semplici letti con lavoratori che acquisiranno legna e pietra da alberi e rocce, per arrivare poi a fattorie per recuperare ingredienti per cucinare, templi dove inserire offerte, zone di cura, prigioni e così via, fino a diventare una vera e propria potenza religiosa. All’interno della base operativa sarà presente anche un santuario nel quale potremo elargire sermoni ogni giorno, che ci elargiranno altro tipo di potere atto a sbloccare nuove armi e maledizioni sempre più potenti da usare in battaglia. Come se non bastasse, potremo eseguire rituali per bilanciare fede, fame e pulizia della nostra comunità, ma anche per ottenere denaro, mandare nei cieli i cultisti ormai vecchi o, perchè no, anche sposare uno o più di loro.

Cult of the Lamb
VALUTAZIONE FINALE - Cult of the Lamb
8.0

Cult of the Lamb è visivamente molto attraente e interessante, il tutto funziona alla grande (seppur con qualche bug che, un paio di volte, ci ha costretti a riavviare il gioco) e le espressioni dei personaggi sono impagabili. Il combattimento e la parte gestionale si intrecciano molto bene l'una con l'altra, portando il giocatore a non voler mai smettere di giocare e ad entrare molto facilmente in modalità "altri 10 minuti" perenne. Di per sè il titolo sarebbe stato da voto 9, ma dovremmo abbassarlo a 7 per il fatto che sbloccare tutto quanto è troppo semplice e veloce (con solo poche ore di farming, abbiamo sbloccato praticamente tutto lo sbloccabile quando eravamo ancora solo al secondo dungeon), e di per sè, anche il gioco stesso è finibile in una manciata di ore. Gli sviluppatori hanno promesso nuovi contenuti, quindi in sede di recensione daremo un 8 come premio al bel gioco e come fiducia per il futuro.

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